EuropaSardegna

YouTube sotto osservazione dell’UE per contenuti nocivi per i giovani.

L’Unione europea alza il livello di guardia contro i contenuti dannosi online per i minori. Al centro della bufera c’è YouTube, finito sotto accusa dopo un’inchiesta del Center for Countering Digital Hate che ha rivelato come l’algoritmo della piattaforma raccomandi frequentemente video legati a disturbi alimentari e perdita di peso a giovanissime utenti.

Sui tentativi della Commissione europea di rendere internet un ambiente digitale più sicuro per i più giovani, oggi l’Esecutivo von der Leyen ha ribadito che “la protezione dei minori online è una priorità assoluta e ricorda che, in quanto Very Large Online Platform (VLOP), YouTube è soggetta agli obblighi più stringenti del Digital Services Act (DSA), tra cui l’obbligo di valutare i rischi sistemici e adottare misure di mitigazione efficaci per garantire la sicurezza dei minori”.

Proprio in questo contesto, Bruxelles ha già inviato due richieste formali di informazioni (RFI) a Google: la prima riguarda le misure adottate per proteggere i minori, in particolare sui rischi legati alla salute mentale e fisica, e sull’uso della piattaforma da parte dei minori stessi. La seconda approfondisce il funzionamento dei sistemi di raccomandazione, indagando sul modo in cui YouTube valuta e mitiga i rischi derivanti dagli algoritmi basati sull’engagement, spesso responsabili della diffusione di contenuti dannosi.

Se emergeranno indizi di mancata conformità, la Commissione non esclude l’apertura di un procedimento formale.

La Commissione è inoltre al lavoro su linee guida specifiche per supportare l’applicazione del DSA proprio in materia di tutela dei minori, e ha annunciato un’inchiesta a livello UE sull’impatto dei social media sulla salute mentale dei giovani. Il tutto si inserisce nel quadro della nuova Comunicazione europea sulla salute mentale, che prevede azioni mirate per il benessere psicologico delle giovani generazioni.

Accanto al DSA, l’esecutivo europeo sta rafforzando anche l’implementazione della Strategia europea per un Internet migliore per i bambini (BIK+), pensata per garantire che ogni bambino sia rispettato, protetto e responsabilizzato nell’ambiente digitale. Ovvio, però, che se i genitori europei non prestano attenzione alle limitazioni per i contenuti per i propri figli a ben poco possono servire le norme e i controlli europei. Ma, sulla propensione genitoriale a parcheggiare i figli di fronte agli schermi, l’Ue non può ovviamente intervenire.

foto Gerd Altmann da Pixabay.com