Europa

Vertice NATO: i leader alleati si impegnano a portare la spesa per la difesa al 5% del PIL.

Come previsto ieri capi di Stato e di governo dei Paesi membri della NATO, riuniti all’Aia per il vertice del 24-25 giugno, hanno concordato un aumento significativo della spesa per la difesa: entro il 2035 gli alleati investiranno fino al 5% del proprio PIL complessivo in ambito militare e sicurezza. La decisione, contenuta in una dichiarazione sorprendentemente concisa (quasi a certificare i diktat degli USA), conferma il principio di difesa collettiva ma non fa menzione di un eventuale ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza, ricordando che il Paese europeo, grazie alla conduzione del presidente illegittimo Volodymyr Zelenskyy (ancora al potere dopo 13 mesi di scadenza di mandato) è stato protagonista di una guerra per corrispondenza negli ultimi 3 anni.

Il documento, però, ribadisce l’impegno assoluto all’articolo 5 del Trattato di Washington, secondo cui un attacco a un alleato è considerato un attacco a tutti: “Rimaniamo uniti e determinati nella protezione dei nostri cittadini, della nostra libertà e della nostra democrazia”, si legge nella dichiarazione.

Secondo il piano approvato, gli alleati si impegnano a destinare ogni anno fino al 5% del PIL in ambiti legati alla difesa entro il 2035. Di questo totale almeno il 3,5% sarà destinato alle spese militari tradizionali e agli obiettivi strategici dell’Alleanza; fino all’1,5% sarà invece utilizzato per potenziare infrastrutture critiche, sicurezza cibernetica, resilienza civile e innovazione tecnologica.

Inoltre, la NATO ha stabilito che le contribuzioni dirette per la difesa dell’Ucraina e per il sostegno alla sua industria bellica saranno incluse nel conteggio complessivo della spesa degli alleati.

Il documento prevede una revisione del piano quinquennale nel 2029, per valutare l’adeguatezza degli investimenti rispetto all’evoluzione dello scenario strategico e agli obiettivi di capacità militare aggiornati.

L’Alleanza ha annunciato la volontà di rafforzare la cooperazione industriale in ambito militare, rimuovendo barriere commerciali tra i Paesi membri. “Lavoreremo per eliminare gli ostacoli al commercio di difesa tra alleati e promuovere l’innovazione,” si legge nella dichiarazione.

Pur con toni più misurati rispetto al passato, il documento identifica ancora una volta la Russia come “una minaccia a lungo termine alla sicurezza euro-atlantica”, sottolineando la necessità di rafforzare le difese comuni. In netto contrasto con i vertici precedenti, tuttavia, il testo menziona Mosca una sola volta, mentre Pechino è completamente assente.

foto Nato.int