Europa

Verso il vertice NATO, von der Leyen: “L’Europa della difesa si è finalmente risvegliata”.

Con un discorso dal tono deciso e visionario, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha aperto oggi i lavori del Defence Industry Forum al vertice NATO dell’Aia, ribadendo la determinazione dell’Unione a rafforzare la propria capacità di difesa in un mondo sempre più instabile.

Davanti ai ministri della difesa, ai rappresentanti dell’industria e ai vertici dell’Alleanza Atlantica, von der Leyen ha sottolineato come il futuro dell’Europa si stia scrivendo non solo al fronte in Ucraina, ma anche negli stabilimenti industriali sparsi per il continente.

“In tempi record – ha detto – le industrie europee hanno saputo aprire nuove linee produttive e adattarsi alla nuova realtà di una guerra su vasta scala nel cuore dell’Europa”. La presidente ha poi descritto il momento attuale come un cambiamento epocale, una trasformazione della sicurezza europea che richiede risposte altrettanto straordinarie.

Negli ultimi mesi, l’Unione ha compiuto passi avanti impensabili fino a poco tempo fa: è stato lanciato il piano ReArm Europe con l’obiettivo di mobilitare 650 miliardi di euro in investimenti nella difesa nei prossimi quattro anni. A questo si aggiunge lo strumento finanziario SAFE, creato in appena quattro mesi, che mette a disposizione 150 miliardi di euro in prestiti per l’acquisto congiunto di armamenti. In totale, l’Europa punta a investire 800 miliardi di euro nella propria sicurezza entro il 2030, obiettivo riassunto nel programma “Readiness 2030”. Parallelamente, sono stati firmati otto nuovi partenariati di sicurezza e difesa con Paesi terzi, l’ultimo dei quali proprio ieri con il Canada.

Von der Leyen ha anticipato che il vertice di domani stabilirà nuovi e storici obiettivi di spesa per i Paesi membri della NATO. Ma, ha avvertito, non conta solo “quanto” si investe, ma anche “come”. L’invasione russa dell’Ucraina ha cambiato radicalmente la natura del conflitto moderno, nel quale la superiorità tecnologica è divenuta cruciale tanto quanto il numero di carri armati. Il software, i sistemi di disturbo elettronico e l’intelligenza artificiale hanno fatto la differenza in battaglia. Per questo, secondo la presidente, mentre si ricostituiscono le scorte e si ammodernano i sistemi esistenti, bisogna allo stesso tempo investire nelle tecnologie emergenti. In questo ambito, l’Unione può giocare un ruolo decisivo, facendo da ponte tra industrie civili e militari, e tra i Paesi della NATO e quelli partner.

Nel suo intervento, von der Leyen ha ancora evidenziato l’importanza di colmare il divario tra le grandi aziende della difesa e le start-up tecnologiche, vere protagoniste dell’innovazione sul campo. “L’Ucraina lo ha dimostrato con forza, e non a caso la Commissione ha aperto a Kyiv un Defence Innovation Office per apprendere direttamente dall’esperienza di guerra. Ma anche all’interno dell’Unione le giovani imprese devono poter crescere e accedere al mercato unico europeo. Nonostante gli investimenti nel settore siano aumentati del 500% dall’inizio del conflitto, manca ancora il sostegno nella fase cruciale che va dall’idea iniziale alla scala industriale. È qui che Bruxelles intende intervenire, coinvolgendo capitali pubblici e privati e riconoscendo per tempo le potenziali “unicorni” del comparto”.

Von der Leyen ha poi parlato della necessità di superare la barriera tra applicazioni civili e militari. Oggi molte delle tecnologie più avanzate – dai semiconduttori ai servizi cloud, dall’IA ai satelliti – sono a uso duale. Eppure, i progetti militari faticano a sfruttare le infrastrutture civili più potenti. “Questo – ha annunciato – sta per cambiare: le piattaforme europee, come le nuove Gigafactory per l’intelligenza artificiale e i fondi dell’European Innovation Council, saranno aperte anche a progetti della difesa, in un’ottica di sinergia e integrazione”.

Infine, la presidente ha ricordato che all’industria viene oggi richiesto di produrre in tempi rapidi e su larga scala. Ma perché ciò avvenga, servono strumenti adeguati. “I prestiti SAFE, ha spiegato, sono pensati proprio per incentivare gli acquisti congiunti e i contratti a lungo termine, offrendo così una base di prevedibilità essenziale per gli investimenti. Questo meccanismo sarà accessibile non solo agli Stati membri, ma anche a Paesi candidati come l’Ucraina e ai partner più stretti dell’UE, come Regno Unito, Giappone, Norvegia, Corea del Sud e Canada”.

Nel suo messaggio conclusivo, von der Leyen ha lanciato un chiaro avvertimento: la Russia potrebbe mettere alla prova la difesa collettiva europea entro i prossimi cinque anni. “Per questo, ha ribadito, entro il 2030 l’Europa deve essere in grado di garantire una deterrenza credibile. Serve un nuovo modo di pensare. Dobbiamo essere pronti a uscire dalla nostra zona di comfort, a sperimentare nuovi approcci che uniscano tecnologia e difesa, civile e militare, l’Europa e i suoi partner. Solo così potremo dissuadere chiunque voglia minacciarci. Per una NATO più forte, e per un’Europa più sicura”.

foto Photographer: Aurore Martignoni European Union, 2025 Source: EC – Audiovisual Service