USA: il 68% degli americani non vuole il terzo mandato per Trump.
La maggioranza degli americani si oppone all’idea che l’attuale presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, possa candidarsi per un terzo mandato nel 2028. È quanto emerge da un sondaggio condotto dall’istituto britannico YouGov in collaborazione con la rivista The Economist.
Secondo i dati raccolti, il 68% degli intervistati si dichiara contrario alla possibilità di un nuovo mandato per Trump, mentre solo il 20% si dice favorevole. Tuttavia, il 56% degli americani è convinto che l’attuale leader della Casa Bianca tenterà di candidarsi nuovamente, mentre il 28% ritiene il contrario.
Lo studio ha evidenziato i principali nomi in lizza per la presidenza. Tra i repubblicani, il favorito è l’attuale vicepresidente JD Vance, con il sostegno del 69% degli elettori del partito, seguito dal governatore della Florida Ron DeSantis (42%) e da Donald Trump Jr. (39%). Sul fronte democratico, la preferita è la vicepresidente uscente Kamala Harris (58%), seguita dall’ex segretario ai trasporti Pete Buttigieg (39%) e dal governatore del Minnesota Tim Walz (38%).
Il sondaggio rivela anche una crescente insoddisfazione nei confronti delle formazioni politiche di riferimento: solo il 37% dei repubblicani e il 33% dei democratici approvano l’operato del proprio partito. I livelli di approvazione generale sono ancora più bassi: appena il 14% per il Partito Repubblicano e il 5% per i Democratici. Tuttavia, il 53% degli intervistati ritiene che il GOP sia più unito rispetto al Partito Democratico, fermo al 23%.
In passato, Trump aveva dichiarato a NBC News di “non scherzare” sull’idea di candidarsi per un terzo mandato. Tuttavia, in seguito ha evitato di affrontare la questione in modo esplicito.
Secondo il 22° Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, adottato nel 1951, nessun presidente può essere eletto più di due volte. NBC News ha sottolineato che esistono due modi per aggirare questa limitazione: una modifica costituzionale approvata dai due terzi del Congresso o la convocazione di una convenzione costituzionale da parte di almeno 34 stati, con successiva ratifica da parte di 38 stati. Considerando l’attuale maggioranza repubblicana in entrambe le camere del Congresso, il secondo scenario sembrerebbe il più plausibile.
foto press.donaldjtrump.com