Università, 70mila studenti fuori sede ogni anno.
Ogni anno oltre 70mila studenti italiani lasciano la propria regione per iscriversi a un’università lontana da casa. Un fenomeno in crescita che, nell’arco di dieci anni – dal 2014 al 2024 – ha visto salire dal 21% al 23% la quota di immatricolati fuori regione. Sommando anche chi si sposta all’interno della propria regione, cambiando provincia, si arriva a un 51% di studenti “mobili”.
A fotografare il fenomeno è la nuova analisi di Talents Venture, che mette in luce le dinamiche della mobilità universitaria nel nostro Paese. Milano si conferma la città più attrattiva per gli studenti fuori sede e per quelli provenienti dall’estero, ma il capoluogo lombardo inizia a perdere smalto. In particolare, cala la presenza di studenti milanesi che scelgono di restare in città per l’università. Sempre più giovani residenti scelgono invece città vicine come Pavia (che in dieci anni ha visto raddoppiare gli arrivi da Milano, +107%), Varese, Novara e soprattutto Bergamo, dove gli studenti milanesi rappresentavano il 10% nel 2013/14 e oggi toccano punte del 18%.
Tra le regioni, l’Umbria registra il maggiore incremento di attrattività, passando dal 27% al 41% di immatricolati provenienti da fuori regione.
La Sicilia guida invece la classifica delle regioni più capaci di trattenere i propri studenti: l’81% degli immatricolati nel 2024 ha scelto di restare sull’isola, rispetto al 73% del 2014. A seguire si collocano Puglia, Molise e Calabria, regioni in cui i giovani, più che in passato, tendono a non emigrare per motivi di studio.
Le città universitarie che riescono a trattenere o attrarre studenti sono quelle che, oltre a garantire trasporti efficienti, cultura e opportunità lavorative, offrono un livello di accessibilità economica sostenibile, a partire dal costo degli alloggi. Un aspetto che sta diventando decisivo nelle scelte di migliaia di famiglie italiane.