Europa

Ungheria, il Parlamento approva il ritiro dal Tribunale penale internazionale.

L’Ungheria esce dal Tribunale penale internazionale (ICC). Con un’ampia maggioranza di voti favorevoli – oltre i due terzi dei deputati – il Parlamento ungherese ha approvato in via definitiva la legge che sancisce il ritiro del Paese dall’organismo con sede all’Aia. La votazione è stata trasmessa in diretta sul sito ufficiale dell’Assemblea nazionale.

Il provvedimento, fortemente sostenuto dal partito di governo Fidesz e dagli alleati cristiano-democratici, è stato al centro di accesi scontri parlamentari a fine aprile. Le forze di opposizione, in particolare i partiti liberaldemocratici, si sono espresse in modo compatto contro la decisione, denunciando un grave passo indietro sul fronte del diritto internazionale.

A presentare il disegno di legge in aula era stato il ministro degli Esteri Peter Szijjártó, che aveva motivato la scelta accusando l’ICC di aver perso imparzialità: “Negli ultimi anni, la Corte è diventata uno strumento politico nelle mani di alcuni Stati per perseguire i propri obiettivi nei conflitti internazionali. L’Ungheria ritiene che la politica e la geopolitica non debbano entrare nelle organizzazioni giuridiche internazionali”.

La decisione di Budapest si inserisce in un contesto politico ben preciso. Ad aprile, l’annuncio del ritiro era arrivato in concomitanza con la visita del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nella capitale ungherese. Una mossa che ha assunto un chiaro significato politico dopo che, nel novembre 2023, la Corte penale internazionale aveva emesso un mandato d’arresto contro lo stesso Netanyahu, accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità nei territori palestinesi. Il premier ungherese Viktor Orbán aveva allora definito quella decisione “oltraggiosa e vergognosa”.

Con l’approvazione definitiva della legge, l’Ungheria diventa il primo Stato membro dell’Unione Europea a uscire formalmente dal Tribunale penale internazionale, istituito nel 2002 per giudicare i crimini più gravi a livello globale. Una mossa destinata a suscitare reazioni anche tra gli alleati europei e a riaccendere il dibattito sul ruolo e sull’indipendenza delle istituzioni internazionali.

foto © Portuguese Presidenct of the Council of the European Union 2021 – Gonçalo Delgado