UE, la Commissione risponde alle critiche: “Nessuna restrizione al ruolo della società civile”.
La partecipazione della società civile al processo decisionale europeo torna al centro del dibattito. In un’interrogazione scritta rivolta alla Commissione, gli eurodeputati Hanna Gedin e Jonas Sjöstedt (The Left) hanno espresso preoccupazione per le nuove linee guida della Direzione Generale Bilancio che, a loro dire, limiterebbero fortemente i contatti tra le organizzazioni non profit e i membri del Parlamento europeo e delle istituzioni UE.
I deputati denunciano una disparità crescente tra la libertà di azione delle grandi lobby industriali e le possibilità di intervento della società civile, nonostante quest’ultima sia riconosciuta come elemento fondamentale per il progresso sociale, la tutela dell’ambiente e la difesa dei diritti umani. Inoltre, ricordano che la Convenzione di Aarhus prevede esplicitamente il diritto della società civile a partecipare ai processi decisionali ambientali.
La risposta della Commissione, arrivata ieri attraverso il commissario Serafin, mira a chiarire l’intento delle nuove linee guida. “Non si tratta di una restrizione – precisa Bruxelles – ma di una specificazione delle attività che non possono essere finanziate con fondi UE, in linea con le regole adottate dai co-legislatori”.
Secondo la Commissione, le organizzazioni finanziate restano pienamente autonome e libere di esprimere le proprie opinioni, ma non possono utilizzare fondi europei per fare pressione diretta sulle istituzioni comunitarie su contenuti politici specifici, come emerso in alcuni allegati dei programmi di finanziamento, in particolare nell’ambito del programma LIFE per ambiente e clima.
Il chiarimento arriva dopo che, nel 2024, il Comitato per il controllo dei bilanci del Parlamento aveva sollevato dubbi su alcune clausole presenti nei contratti con le ONG, che sembravano legittimare attività di lobbying diretto verso le istituzioni UE. La Commissione ha dunque deciso di intervenire per evitare potenziali rischi reputazionali e finanziari, sottolineando però di avere attentamente valutato l’impatto della misura sulla vitalità del tessuto civile europeo.
“La società civile indipendente è una parte essenziale della democrazia europea – ribadisce Serafin – e svolge un ruolo cruciale nella realizzazione dei valori fondamentali dell’Unione.”
Guardando al futuro, la Commissione ha annunciato per il 2025 la presentazione di una “Strategia europea per la società civile”, con l’obiettivo di rafforzare il dialogo strutturato, la protezione delle ONG e l’ampliamento della loro partecipazione ai processi politici.