UE e uso “abusivo” della procedura semplificata per rivedere i Trattati senza consultazione pubblica.
Un’interrogazione parlamentare solleva dubbi sull’eventuale ricorso alla procedura di revisione semplificata dei Trattati dell’Unione europea, prevista dall’articolo 48(6) del Trattato sull’Unione europea (TUE), per introdurre modifiche di ampia portata senza passare per una consultazione diretta dei cittadini.
L’eurodeputato Jean-Paul Garraud (PfE) ha chiesto in particolare alla Commissione europea di esprimersi sulla compatibilità di tale procedura con il principio di sovranità degli Stati membri, paventando l’uso di questo strumento per riforme come l’abolizione del voto all’unanimità o il trasferimento di competenze in materia fiscale, sociale o di difesa. Secondo Garraud, simili interventi, adottati senza referendum, rischierebbero di minare la fiducia dei cittadini nei confronti dell’UE, in particolare nei Paesi fondatori come la Francia.
Nella risposta scritta, datata 8 agosto 2025 e firmata dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, l’Esecutivo comunitario ha ricordato che ogni decisione del Consiglio europeo presa con procedura semplificata deve essere adottata all’unanimità e ratificata da tutti gli Stati membri secondo le rispettive norme costituzionali.
Bruxelles, infine, ha precisato di non avere competenza per indire referendum nei Paesi membri: la decisione di ricorrere a una consultazione popolare resta di esclusiva competenza nazionale. La Commissione ha ribadito che qualsiasi modifica dei Trattati – sia con procedura ordinaria che semplificata – richiede comunque il rispetto dei passaggi previsti dal TUE e la ratifica da parte di tutti gli Stati membri.
