Europa

UE, clausola di salvaguardia del Patto di Stabilità per la difesa: verso la militarizzazione dell’economia europea.

Mentre oltre 90 milioni di cittadini europei – tra cui 20 milioni di bambini – vivono a rischio povertà ed esclusione sociale, la Commissione Europea continua a privilegiare la spesa militare rispetto agli investimenti nei servizi pubblici, come tristemente confermato, dopo l’ASAP, dal nuovo programma “democratico” ReArm.

Lo stesso annuncio della Commissione von der Leyen di una clausola di salvaguardia del Patto di Stabilità destinata a finanziare spese per la difesa, escluderà gli investimenti militari dei Paesi membri dal calcolo del deficit, definendoli “investimenti per la difesa”.

Una conferma della volontà di accelerare la militarizzazione dell’economia europea, mentre per la spesa sociale, per esempio, tale clausola non è assolutamente prevista dalle democratiche istituzioni Ue.

Ieri, intervenendo sul tema, il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ha ribadito che la recente riforma del Patto di Stabilità e Crescita consente maggiore flessibilità per investimenti in priorità comuni dell’UE, inclusi quelli legati al Pilastro Europeo dei Diritti Sociali.

Secondo la nuova disciplina, gli Stati membri potranno dilazionare l’aggiustamento fiscale fino a sette anni, invece dei consueti quattro, se i loro piani di bilancio includono riforme e investimenti per rafforzare la resilienza sociale ed economica. Questo, secondo Dombrovskis, crea spazio aggiuntivo per la spesa sociale.

Tuttavia, la Commissione ha chiarito che l’attuale contesto geopolitico richiede un aumento rapido e significativo della spesa per la difesa. L’attivazione della clausola nazionale di salvaguardia, in base al Regolamento UE 2024/1263, consentirebbe agli Stati membri di incrementare la spesa militare senza ridurre il margine di bilancio per altri settori, almeno nel breve-medio termine.

La risposta, però, non placa le polemiche. Si tratta , infatti, di una scelta politica netta, che rischia di consolidare una “economia di guerra”, lasciando indietro le fasce più fragili della popolazione. Proprio nel momento in cui l’Ue registra i dati più disarmanti sul fronte dello spopolamento e della povertà.

L’Europa quindi sembrerebbe voler sacrificare il welfare sull’altare della difesa, senza voler confermare un analogo impegno per i diritti sociali.

foto Air Force 1st Lt. Kaitlyn Lawton