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UE, 1,1 milioni di morti evitabili: il 66% dei casi si poteva prevenire.

Nel 2022, oltre 1,1 milioni di persone sotto i 75 anni sono morte nell’Unione Europea a causa di patologie che avrebbero potuto essere evitate attraverso cure tempestive o interventi di prevenzione. È quanto emerge dagli ultimi dati Eurostat, che parlano di un tasso di mortalità standardizzato di 257,8 decessi ogni 100.000 abitanti.

Il bilancio si divide in due categorie: 386.710 decessi da malattie trattabili, che avrebbero potuto essere evitati con un sistema sanitario efficiente e accessibile, e 725.625 decessi da malattie prevenibili, che si sarebbero potuti scongiurare grazie a efficaci politiche di sanità pubblica, campagne di prevenzione e stili di vita più sani.

Le patologie cardiovascolari e oncologiche continuano a essere i grandi killer in Europa. Tra le cause di morte evitabili con trattamenti sanitari tempestivi, spicca l’ischemia cardiaca (77.704 decessi), seguita da tumore del colon-retto (57.476) e tumore al seno tra le donne (40.970).

Sul fronte delle malattie prevenibili, la maglia nera va al cancro ai polmoni (136.199 morti), ancora legato in larga parte al fumo, seguito di nuovo dall’ischemia cardiaca (77.704) e dal COVID-19 (71.919), che continua a segnare un impatto sanitario significativo anche nella fase post-pandemica.

Le differenze tra Paesi membri restano marcate. Lettonia registra il tasso più alto di mortalità evitabile: 543,3 decessi ogni 100.000 abitanti, di cui 200,7 per malattie trattabili e 342,6 per condizioni prevenibili. Seguono Romania (519,3) e Ungheria (511,8), evidenziando le fragilità persistenti nei sistemi sanitari dell’Est Europa.

All’opposto, Svezia registra il miglior dato complessivo, con 169,3 morti evitabili ogni 100.000 abitanti, seguita da Italia (176,7) e Lussemburgo (180,2). Questi Paesi si distinguono per una combinazione di accesso a cure efficaci, prevenzione attiva e stili di vita più sani.

Il dato globale suggerisce che circa due terzi dei decessi evitabili nell’UE derivano da mancate azioni di prevenzione. Una sfida cruciale per la sanità pubblica europea, che si trova a dover bilanciare investimenti ospedalieri con strategie di lungo termine legate a informazione, alimentazione, lotta al tabagismo, attività fisica e inquinamento.