Ucraina e democrazia, Pineda: “Criminalizzazione dell’opposizione”.
Come ricordato in una recente interrogazione parlamentare, scritta da Manu Pineda del gruppo “La Sinistra”, diverse organizzazioni per i diritti umani in Ucraina hanno condannato la crescente persecuzione politica in atto nel “democratico regime di Kiev”.
“Oltre al fatto che il governo di Zelenskyy ha messo fuori legge tutti i partiti di opposizione – scrive l’eurodeputato – si sta intensificando anche la criminalizzazione e la persecuzione dei cittadini per motivi ideologici. All’inizio di gennaio 2023, dopo essere stato arrestato dall’SBU e accusato di possedere pubblicazioni della presidenza Yanukovych e dei partiti politici ucraini messi fuori legge, un uomo di 61 anni di Kharkiv è stato condannato a dieci anni di reclusione e ad altri dieci anni di interdizione amministrativa, con accuse generiche e infondate di aver compiuto atti di “spionaggio” per la Russia. L’indebolimento delle libertà fondamentali e delle tutele legali – prosegue – si sta aggravando, intensificando linciaggi e omicidi che si verificano in Ucraina”.
Insomma, una vera e propria opera di criminalizzazione verso gli oppositori politici decisamente sfuggente dai radar della cosiddetta stampa mainstream, quella nota per il contrasto alla “disinformazione”. Avendo, però, monitorato da tempo il metodo ucraino contro i dissidenti interni, possiamo dire senza problemi che l’interrogazione dell’esponente de “La Sinistra” è particolarmente indicativa circa il “tenore democratico” interno al Paese.
Eppure, nel nome di altri interessi (che poco o nulla hanno a che fare con l’autodeterminazione dei popoli), si continua a finanziare e sostenere copiosamente un Paese che sulla lotta alla corruzione e alla garanzia dello Stato di diritto ha fatto decisamente poco, anche prima del 24 febbraio 2022… può un tale Paese essere considerato un possibile membro dell’UE? Sarà mai stigmatizzata da parte dell’Esecutivo von der Leyen la repressione dei dissidenti e i numerosi omicidi avvenuti negli ultimi tempi in Ucraina per motivi ideologici? Temi sui quali si discuterà – si spera – nel prossimo vertice UE-Ucraina.
Al momento, l’unica risposta che si può leggere sulla domanda presentata da Pineda è quella del Commissario per l’allargamento e la politica di vicinato Olivér Várhelyi: “Lo Stato di diritto è al centro dell’accordo di associazione UE-Ucraina. I diritti fondamentali e il giusto processo legale devono essere rispettati in tutti i casi, con sentenze giudiziarie trasparenti ed eque, in linea con il diritto internazionale, compresa la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Dal 2014 – secondo la narrazione del Commissario – l’Ucraina segue un percorso di riforme giudiziarie, per sostenere lo Stato di diritto e rafforzare l’indipendenza e la responsabilità. Nonostante la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, il Paese ha dimostrato la capacità delle sue istituzioni di promuovere la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti umani”.
Difficile essere d’accordo con il Commissario che ha rilanciato affidandosi al refrain sul “legittimo diritto di difesa” dell’Ucraina: “Contro la guerra di aggressione della Russia, in linea con la Carta delle Nazioni Unite, l’Ucraina sta esercitando il suo legittimo diritto di difendersi e di riprendere il controllo del territorio all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti. Insieme al suo territorio, l’Ucraina sta difendendo i suoi cittadini, e agisce contro le campagne di disinformazione che attaccano il Paese dall’interno e dall’esterno. L’UE e l’Ucraina – conclude – dialogano regolarmente sui diritti umani e sulla giustizia”.
Sull’adesione del Paese agli standard internazionali, però, alla luce delle informazioni condivise da Pineda sulle azioni del SBU, l’agenzia dei servizi segreti e per il mantenimento dell’ordine pubblico dell’Ucraina – attualmente sotto la diretta giurisdizione del Presidente dell’Ucraina – manteniamo i nostri dubbi.
foto Christophe Licoppe, European Union, 2022 Copyright Source: EC – Audiovisual Service