Ucraina e adesione Ue, le politiche non valgono per tutti.
L’Ucraina, a tre anni dal riconoscimento dello status di Paese candidato all’ingresso nell’Unione europea, continua a progredire nel processo di adesione, mentre i Balcani occidentali – in attesa dal 2003 – restano indietro.
Secondo l’Esecutivo comunitario, Kiev si trova nella fase di screening dei negoziati, con la valutazione sull’apertura del cluster 1 (fondamentali) ora al vaglio del Consiglio. Tra le riforme già avviate figurano l’istituzione di un sistema trasparente di preselezione dei giudici costituzionali, la riorganizzazione degli organi di autogoverno della magistratura, il rafforzamento del quadro anticorruzione e delle norme contro riciclaggio e contrabbando, la riforma del Bureau per la Sicurezza Economica e l’approvazione di una nuova legge sui media e di una normativa rivista sulle minoranze nazionali.
Restano tuttavia sfide cruciali: la selezione e la disciplina di giudici e procuratori, la tutela dell’indipendenza delle istituzioni anticorruzione e l’avanzamento della riforma delle forze dell’ordine.
La Commissione ha precisato che i criteri di adesione non sono stati ammorbiditi per l’Ucraina: il processo (eppure guardando ai miliardi spesi dal 2022 non sembrerebbe) rimane fondato sul merito e sull’uguaglianza di trattamento, con lo Stato di diritto al centro. Le condizioni restano quindi invariate rispetto alla metodologia di allargamento, che punta a rendere il percorso più credibile e prevedibile.
L’attuale contesto geopolitico, segnato dall’aggressione russa, influisce sulle priorità ma non esonera Kiev dal rispetto degli obblighi necessari per entrare nell’Unione. Eventuali misure transitorie potranno essere introdotte, ma – ha sottolineato la Commissione – resteranno eccezionali e limitate nel tempo e nell’ambito di applicazione.
Un contrasto netto con i Balcani occidentali: dal 2003 solo la Croazia è entrata nell’UE (2013), mentre gli altri Paesi restano ancora distanti dal pieno rispetto dei criteri di Copenaghen, confermando un allargamento a due velocità.
La Commissione guidata da Ursula von der Leyen può esprimere tutte le posizioni che ritiene, ma i fatti restano ben diversi.
foto Christophe Licoppe, European Union, 2022 Copyright Source: EC – Audiovisual Service
