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Trump rilancia la riforma della burocrazia federale.

Con l’obiettivo di riformare in profondità la burocrazia federale e rafforzare l’efficienza della pubblica amministrazione, l’Ufficio per la Gestione del Personale (Office of Personnel Management, OPM) ha dato il via all’attuazione di una misura voluta dal presidente Donald J. Trump. Il provvedimento riguarda la creazione di una nuova categoria di impiego all’interno della pubblica amministrazione statunitense, denominata “Schedule Policy/Career”.

La proposta mira a inserire nei regolamenti del servizio civile una classificazione dedicata ai dipendenti di carriera che ricoprono ruoli sensibili in materia di indirizzo politico: figure che determinano, elaborano o promuovono politiche pubbliche, oppure incarichi di natura riservata. Questi lavoratori, pur restando all’interno del sistema di assunzione meritocratico e non partigiano, potranno essere licenziati in maniera più agevole rispetto alle attuali norme che – secondo l’amministrazione – rendono quasi impossibile intervenire contro scarso rendimento o comportamenti contrari alla linea dell’esecutivo.

L’OPM stima che circa 50.000 posizioni, pari al 2% dell’intera forza lavoro federale, possano essere riclassificate sotto questa nuova etichetta. Tuttavia, il cambiamento effettivo delle posizioni avverrà solo successivamente, tramite un nuovo ordine esecutivo, una volta completato l’iter regolamentare.

Il nuovo inquadramento non coinvolgerà gli impiegati che eseguono materialmente le politiche sul campo, come gli agenti della Border Patrol o gli ispettori del lavoro. Il focus resta sui ruoli che, a livello centrale, influenzano direttamente la definizione delle strategie amministrative.

Il presidente Trump ha voluto sottolineare come la misura intenda colmare una delle più grandi falle del sistema federale: la difficoltà nel rimuovere funzionari che non rispettano le direttive presidenziali o che, peggio ancora, ostacolano attivamente l’attuazione delle politiche dell’amministrazione. Citando un’indagine del Merit Principles Survey, il documento evidenzia che meno di un quarto dei dipendenti pubblici ritiene che la propria agenzia gestisca efficacemente i casi di scarso rendimento. Il problema? La burocrazia interna e un sistema di tutele che, secondo l’amministrazione, proteggerebbe anche comportamenti gravi.

Un caso emblematico citato nella nota è quello della Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC), dove un audit ha rivelato episodi di molestie sessuali da parte di dirigenti, senza che nessuno venisse effettivamente rimosso o demansionato. L’ente anti-molestie interno, secondo gli ispettori, sarebbe di fatto inefficace proprio a causa della complessità delle procedure disciplinari.

La proposta si inserisce in una visione di governo che da tempo mira a contrastare quello che Trump definisce “deep state”: una burocrazia che, a suo dire, agisce in modo autonomo e contrario all’indirizzo politico eletto democraticamente. Diversi esempi vengono riportati per supportare questa tesi, come il rifiuto di alcuni funzionari del Dipartimento di Giustizia di collaborare in cause contro pratiche di ammissione universitaria ritenute discriminatorie, o le opposizioni interne alla riforma del Titolo IX in materia di diritti civili nell’istruzione.

La nuova categoria rievoca, sotto un altro nome, la “Schedule F” introdotta da Trump nel suo primo mandato e poi cancellata dal presidente Joe Biden all’inizio della sua amministrazione. Quella misura, fortemente contestata da sindacati e opposizione, prevedeva appunto la possibilità di rimuovere più facilmente i dipendenti in ruoli strategici. Trump, tornato alla Casa Bianca, ha ribadito l’intenzione di ripristinare e rafforzare questo impianto normativo.

Secondo l’OPM, l’iniziativa non mira a politicizzare il personale federale, ma a garantire che chi occupa posizioni di responsabilità rispetti fedelmente le leggi e le politiche stabilite dall’amministrazione in carica. I dipendenti riclassificati non dovranno manifestare supporto personale o politico al presidente, ma saranno chiamati a seguire con coerenza la linea del governo eletto.

L’obiettivo, conclude la nota, è chiaro: restituire al governo federale quella trasparenza e responsabilità che i cittadini americani si aspettano, riducendo l’influenza di una burocrazia considerata troppo autoreferenziale e distante dal volere democratico.

foto Governo.it, licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT