Politica

Todde tra Bruxelles e la Sardegna: una narrazione istituzionale tutta da rivedere.

Con toni enfatici e quasi agiografici, la comunicazione istituzionale della presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, ha celebrato, anche oggi, la sua recente missione a Bruxelles come “storica” e “senza precedenti”, enfatizzando gli “incontri con due commissari europei in un solo giorno”. Una narrazione che, se da un lato prova a costruire il profilo di una governatrice dinamica e appassionata, dall’altro evidenzia limiti comunicativi sempre più evidenti: più retorica che sostanza.

Nel racconto ufficiale, Todde sarebbe riuscita a rompere un isolamento “imposto da amministratori distratti o collusi”, ridando alla Sardegna centralità e voce in Europa. Tuttavia, la realtà politica e amministrativa regionale, segnata da recenti provvedimenti contestati, racconta una storia ben diversa.

L’ultima manovra finanziaria e l’assestamento di bilancio, approvati dal Consiglio regionale sotto la sua guida, sono stati infatti duramente criticati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per opacità e utilizzo disinvolto delle risorse pubbliche. Risorse che, come sottolineato oggi in una nota del Movimento 5 Stelle sono indirizzate più verso amici, tornaconti e spartizioni politiche che verso reali priorità per l’isola. Una continuità con il passato che stride con la narrazione di “rottura” sbandierata, anche oggi (ahinoi!) dalla comunicazione istituzionale della Governatrice.

Alla luce di tutto ciò, più che inneggiare a missioni “senza vanità” e a incontri “mai avvenuti prima”, la comunicazione istituzionale della “presidente decaduta“, dovrebbe forse concentrarsi su ciò che serve davvero: restituire credibilità alla politica sarda con un linguaggio sobrio, trasparente, ancorato ai fatti e non agli slogan. Perché, al netto delle belle parole, i cittadini guardano alle decisioni concrete, ai numeri della sanità, ai trasporti interni al collasso, alla disoccupazione giovanile e all’uso dei fondi pubblici. Tutto il resto rischia di restare, semplicemente, propaganda.