Europa

Telemarketing selvaggio in Italia: milioni di chiamate nonostante il Registro delle opposizioni.

Il fenomeno del telemarketing aggressivo in Italia ha raggiunto livelli preoccupanti, con cittadini tempestati ogni giorno da chiamate automatizzate e da call center, nonostante l’iscrizione al Registro pubblico delle opposizioni. Una questione portata all’attenzione della Commissione europea da sette eurodeputati del gruppo “Patrioti per l’Europa” (PfE), tra cui Isabella Tovaglieri, Paolo Borchia e Roberto Vannacci.

Nel testo, i deputati denunciano l’inefficacia dell’attuale sistema di protezione, sottolineando come molte chiamate provengano da call center con sede fuori dalla giurisdizione italiana, rendendo di fatto inutili le tutele previste dal Registro delle opposizioni. A peggiorare il quadro, secondo gli autori, il mancato avanzamento della riforma della direttiva europea sull’ePrivacy, proposta nel 2017 e rimasta lettera morta.

La risposta ufficiale della Commissione è arrivata atttraverso la commissaria Henna Virkkunen che ha ricordato che la direttiva 2002/58/CE, tuttora in vigore, stabilisce le regole per il marketing diretto, comprese le telefonate indesiderate.

In particolare, per le chiamate automatizzate senza intervento umano, è obbligatorio il consenso preventivo dell’utente. Per quelle effettuate da operatori, invece, spetta ai singoli Stati membri decidere se applicare il principio dell’opt-in (consenso espresso) o dell’opt-out (possibilità di rifiuto). Di conseguenza, ha chiarito la Commissione, la responsabilità dell’attuazione e del controllo ricade sulle autorità nazionali, non su Bruxelles.

Quanto alla tanto attesa riforma della normativa, la Commissione ha infine confermato l’intenzione di ritirare la proposta di regolamento sull’ePrivacy, già ferma da anni, ma ha assicurato che la direttiva attuale continuerà ad essere applicata. Nessun riferimento, tuttavia, a nuove iniziative legislative per affrontare il problema a livello europeo.

In sintesi, mentre milioni di italiani continuano a ricevere telefonate non richieste, le istituzioni europee rimandano ai singoli Stati la responsabilità di proteggere i consumatori, lasciando di fatto irrisolta una delle più fastidiose violazioni della privacy quotidiana.