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Teheran accusa Israele di crimini di guerra e chiede l’azione dell’ONU: “Genocidio in corso a Gaza”.

L’Iran ha duramente condannato quella che definisce “l’escalation del genocidio” da parte di Israele nei territori palestinesi occupati. Il portavoce del Ministero degli Esteri, Esmaeil Baqaei, ha parlato apertamente di crimini di guerra, denunciando gli attacchi delle forze israeliane contro civili palestinesi nella Striscia di Gaza come “massacri brutali” e “senza precedenti”.

“In una sola settimana, centinaia di palestinesi indifesi sono stati uccisi nei bombardamenti su quartieri residenziali, campi profughi, scuole e centri di distribuzione di aiuti”, ha dichiarato Baqaei. In particolare, ha condannato l’attacco contro la scuola Mustafa Hafez, dove si erano rifugiati centinaia di sfollati, definendolo “un atto barbaro”.

Secondo il governo iraniano, la responsabilità non ricade solo su Tel Aviv. Baqaei ha puntato il dito contro Stati Uniti, Germania e altri alleati di Israele, accusandoli di “complicità diretta” nell’alimentare quella che ha definito una campagna di pulizia etnica ai danni del popolo palestinese.

In un’escalation senza precedenti, l’Iran ha anche accusato Israele di aver colpito direttamente obiettivi civili sul proprio territorio. Baqaei ha citato l’attacco del 23 giugno al carcere di Evin, a Teheran, come “una delle pagine più nere” delle operazioni israeliane: “Nel bombardamento della struttura medica del carcere hanno perso la vita 79 persone tra familiari, passanti, personale e militari di leva. Sono stati bruciati vivi sotto le macerie”.

Il portavoce ha chiesto alla comunità internazionale di condannare senza ambiguità questi atti, denunciando “violazioni gravi del diritto internazionale umanitario” e invitando a chiamare Israele a rispondere dei “crimini atroci” compiuti non solo in Palestina, ma anche contro civili iraniani.

Nel suo intervento, Baqaei ha elogiato il lavoro della relatrice speciale ONU Francesca Albanese, da tempo impegnata a documentare i crimini contro i palestinesi, denunciando al contempo “le pressioni di Stati Uniti e alleati per metterla a tacere”.

Infine, il rappresentante iraniano ha esortato i Paesi islamici e la comunità internazionale a rompere il silenzio e agire con urgenza per proteggere i palestinesi e contrastare “l’agenda coloniale che mira a cancellare l’identità storica della Palestina”.

Il bilancio del conflitto tra Israele e Iran, scoppiato il 13 giugno con un attacco considerato da Teheran “non provocato”, è pesantissimo: oltre 600 morti sul suolo iraniano, inclusi alti ufficiali, scienziati e civili.

foto UN Photo/Manuel Elias