Europa

Talenti: 500 milioni per attrarre ricercatori in fuga dagli USA di Trump.

Di fronte alla crescente incertezza che colpisce il mondo della ricerca negli Stati Uniti sotto la nuova amministrazione Trump, l’Unione Europea lancia la sfida per attrarre i talenti scientifici americani, puntando su misure ad hoc per incentivarne l’arrivo nei suoi poli di eccellenza. A confermarlo la commissaria europea Ekaterina Zaharieva, a nome della Commissione europea, che ha delineato una strategia ambiziosa per fare dell’Europa “il luogo più sicuro e attrattivo per i talenti scientifici, europei e internazionali”.

Al centro del piano vi è un nuovo pacchetto di investimenti da 500 milioni di euro per il triennio 2025-2027. Tra le misure annunciate figura il programma pilota Marie Skłodowska-Curie ‘Choose Europe’, pensato per offrire stipendi competitivi e contratti più lunghi ai ricercatori all’inizio della carriera. Inoltre, il Consiglio europeo della ricerca metterà in campo un nuovo “super grant” della durata di sette anni per trattenere i migliori talenti all’interno dei laboratori europei.

Il contesto non è casuale. Le recenti politiche federali statunitensi, segnate da tagli ai finanziamenti, censura ideologica e restrizioni alla mobilità accademica, stanno spingendo sempre più scienziati a cercare opportunità oltre Atlantico. Germania e Francia, insieme ad altri otto Stati membri, hanno già sollecitato Bruxelles ad attivare meccanismi rapidi per accogliere questi professionisti, a partire dalla semplificazione delle procedure di immigrazione.

In questa direzione, la Commissione cita la direttiva Students and Researchers come strumento chiave, a cui si aggiungerà una nuova strategia per i visti che punta a facilitare ulteriormente i trasferimenti di studiosi da Paesi terzi. La piattaforma EURAXESS, intanto, continuerà a fornire supporto personalizzato ai ricercatori in fase di inserimento, facilitando l’incontro tra scienza e territori.

L’iniziativa si inserisce in un quadro più ampio che vede l’UE impegnata nel rafforzamento dello Spazio europeo della ricerca. Entro il 2026 è atteso l’European Research Area Act, che fisserà in legge europea la libertà di ricerca scientifica e introdurrà misure per migliorare la mobilità dei ricercatori e la coesione tra i sistemi nazionali.

Dal punto di vista territoriale, Bruxelles guarda anche alle opportunità di riequilibrio economico. Attraverso strumenti come le Regional Innovation Valleys, l’European Institute of Innovation and Technology, i Digital Innovation Hubs e Startup Europe, la Commissione punta a far sì che i ricercatori in arrivo non si concentrino solo nei grandi centri, ma contribuiscano allo sviluppo delle regioni meno avanzate, in particolare nei settori digitali e della sanità.