Strage in una chiesa ortodossa a Damasco, Farantouris interroga l’UE: “Serve un’azione concreta”.
Un attentato suicida ha insanguinato la capitale siriana nella giornata di domenica 22 giugno: un uomo armato, affiliato allo Stato Islamico, ha fatto irruzione durante la funzione domenicale nella chiesa greco-ortodossa del Profeta Elia a Damasco, aprendo il fuoco sui fedeli prima di farsi esplodere. Il bilancio è drammatico: almeno 30 morti e oltre 60 feriti, tutti membri della comunità ortodossa greca.
L’attacco si inserisce in una lunga e tragica sequenza di violenze confessionali che colpiscono scuole, luoghi di culto e spazi pubblici e privati in Siria. A denunciarlo ancora una volta è l’eurodeputato Nikolas Farantouris (The Left), che ha presentato una interrogazione, chiedendo un immediato intervento europeo.
Farantouris ricorda come in passato, già nei mesi di gennaio, marzo e aprile, avesse lanciato l’allarme su “massacri orchestrati o tollerati dal regime islamista di Al Jolani”, senza ottenere risposte concrete. Di fronte all’ennesima tragedia, l’eurodeputato ha chiesto l’invio urgente (d’altronde l’Ue sta sperperando oltre 2,5 miliardi di euro per sostenere il regime terrorista di Al Jolani) di una delegazione europea e di un team di ispettori a Damasco per documentare direttamente quanto accaduto e raccogliere prove delle violenze, una revisione immediata delle relazioni diplomatiche e dell’impianto sanzionatorio nei confronti del governo siriano e l’imposizione di un calendario vincolante per lo svolgimento di elezioni democratiche sotto supervisione internazionale, chiedendo responsabilità e trasparenza al regime di Al Jolani.
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