“START: Giovani & Impresa”, presentato il programma della Regione Sardegna per l’imprenditoria giovanile.
Sostenere le idee, accendere l’impresa e coltivare il talento. Con questi obiettivi (fatto salvo che per aprire una azienda o si hanno risorse o un garante o non si procede) prende il via “START: Giovani & Impresa”, il nuovo intervento promosso dalla Regione Sardegna con le risorse del Fondo Nazionale per le Politiche Giovanili e regionali.
Presentato oggi dagli organizzatori, il progetto si rivolge alle ragazze e ai ragazzi sardi tra i 18 e i 35 anni che vogliono trasformare le proprie idee in iniziative imprenditoriali concrete, valorizzando le risorse culturali, ambientali e creative dell’Isola.
“Avviare un’impresa richiede coraggio, visione e competenze – ha dichiarato Ilaria Portas, assessora regionale alla Pubblica Istruzione e Cultura – e nessuno dovrebbe affrontare questo viaggio da solo. Con START vogliamo offrire ai giovani sardi strumenti reali e concreti per costruire un futuro in cui siano protagonisti attivi, connessi con il tessuto produttivo del territorio, ma anche con scuole, università e istituzioni”. La domanda, però, resta la stessa: dopo la formazione (i tutor avranno mai sperimentato la gestione di impresa sulla propria pelle), senza risorse proprie e garanti come si incentivano i giovani sardi ad aprire una azienda, dopo aver partecipato a percorsi di formazione onerosi per il cittadino? Forse con gli inaccessibili contributi pubblici a fondo perduto?
Il programma, però è particolarmente meritorio per gli organizzatori, poiché si articola in un percorso strutturato che prevede “attività di orientamento, formazione e mentorship personalizzata, sia in presenza che online”. “Attraverso workshop, laboratori e incontri con esperti in business, gestione aziendale, comunicazione e storytelling, i partecipanti potranno affinare le proprie idee e trasformarle in piani d’impresa sostenibili”, si legge nella velina della Regione.
Sarà, dunque, l’ennesima meteora regionale finanziata dall’alto (e senza coprogrammazione con i beneficiari finali, i giovani) capace di costruire “un ecosistema capace di generare opportunità, valorizzando i talenti in una logica di filiera e collaborazione tra pubblico e privato? Al momento se ne può solo dubitare e, come facilmente riscontrabile, i precedenti ci sono tutti.