Sovranità europea, von der Leyen: “Gli Stati sono i signori dei trattati”.

Un nutrito gruppo di eurodeputati del gruppo di Identità e Democrazia e dei Conservatori e Riformatori europei, ha interrogato la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sul concetto di ‘sovranità europea’, utilizzato recentemente in risposta a un deputato dei Verdi.

“Nel 2009 – si legge nell’interrogazione -, in una sentenza sul trattato di Lisbona (sentenza del 30 giugno 2009 – 2 BvE 2/08, punto 281) la Corte costituzionale tedesca ha chiaramente affermato che le competenze dell’Unione europea non danno luogo a una sovranità popolare a sé stante dell’insieme dei cittadini dell’Unione. Dai trattati dell’UE – per i firmatari dell’interrogazione – non deriva alcuna statualità dell’Unione né, a maggior ragione, alcuna sovranità”.

Ursula von der Leyen, foto Parlamento europeo
Ursula von der Leyen, foto Parlamento europeo

Oggi la stessa Presidente Ursula von der Leyen ha risposto agli interroganti, rispondendo che “la lettera inviata dalla presidente della Commissione menzionava la “sovranità europea” in relazione all’autonomia dell’Unione e del suo ordinamento giuridico”.

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“La Corte di giustizia dell’Unione europea – ha affermato la von der Leyen – ha ripetutamente affermato che i trattati istitutivi hanno dato vita, diversamente dai trattati internazionali ordinari, a un ordinamento giuridico nuovo, dotato di proprie istituzioni, a favore del quale gli Stati che ne sono membri hanno limitato i propri poteri sovrani. Il diritto dell’Unione si caratterizza, infatti, per la circostanza di derivare da una fonte autonoma, costituita dai trattati, per il suo primato sul diritto dei singoli Stati membri nonché per l’effetto diretto di tutta una serie di disposizioni applicabili ai cittadini di detti Stati membri e agli Stati membri stessi”.

L’autonomia del diritto dell’Unione sarebbe, quindi, giustificata dalla Presidente von der Leyen, per via “delle caratteristiche essenziali dell’Unione e del suo diritto”, ricordando peraltro che i trattati sono stati istituiti congiuntamente dagli Stati membri e possono essere riveduti soltanto secondo le procedure di cui all’articolo 48 del trattato sull’Unione europea, che impongono l’unanimità e la ratifica (o l’approvazione, nella procedura di revisione semplificata) da parte di tutti gli Stati membri”.

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In questo senso, per la von der Leyen, gli Stati membri restano i “signori dei trattati” e che “essi non possono tuttavia determinare, in modo unilaterale o al di fuori delle procedure previste dai trattati, il contenuto o l’interpretazione del diritto dell’Unione.

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