Sardegna

Sicurezza in acqua, allarme ISS: oltre la metà degli annegamenti in piscina coinvolge bambini.

Oltre la metà degli annegamenti che si verificano in piscina in Italia riguarda bambini fino a 9 anni. È uno dei dati più allarmanti contenuti nel secondo rapporto dell’Osservatorio nazionale sulla prevenzione degli incidenti acquatici, che sarà pubblicato nelle prossime settimane dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS). In vista dell’estate, il periodo in cui si registra il picco di questi tragici episodi, l’ISS lancia insieme a nove Regioni una campagna di sensibilizzazione rivolta soprattutto ai genitori.

La maggior parte dei casi di annegamento tra i più piccoli avviene in presenza di un adulto, spesso a pochi metri di distanza, ma distratto o convinto che “bastino pochi secondi” di assenza.

I numeri parlano chiaro: ogni anno in Italia muoiono per annegamento circa 328 persone. Di queste, circa 41 sono minori, e tra loro ben l’81% sono maschi. Particolarmente vulnerabili risultano i bambini sotto i 4 anni e gli adolescenti tra i 15 e i 19 anni. Il dato più drammatico, però, riguarda le piscine: il 53% degli annegamenti in questi contesti coinvolge bambini fino a 9 anni, spesso incapaci di nuotare, che cadono in acqua mentre giocano o perché sfuggiti per pochi attimi alla sorveglianza.

Il rapporto dell’Osservatorio – curato da Fulvio Ferrara e basato su fonti Istat e su un’attenta analisi dei casi di cronaca – punta il dito contro le distrazioni frequenti degli adulti: conversazioni con altri presenti (38%), lettura (18%), uso del telefono (11%) o la convinzione che “se il bambino fosse in difficoltà lo sentirei piangere o annaspare” (affermazione condivisa dal 48% dei genitori intervistati). In molti casi, si delega al bagnino una sorveglianza che dovrebbe invece essere diretta e costante da parte dei genitori stessi.

foto PublicCo da Pixabay.com