Semestre europeo 2025: al centro dell’agenda occupazione, inclusione sociale e sfide demografiche.
Recentemente, grazie alla spinta prodottasi con il nuovo avvicendamento alla guida del Semestre europeo, l’Unione europea è tornata a puntare i riflettori sulle politiche per l’occupazione e l’inclusione sociale. Europa, ricorda Marketa Pape autrice di una ricerca per il Parlamento europeo, in crescita sul fronte dell’occupazione, ma ancora in affanno per quanto riguarda la formazione e la lotta alla povertà.
Lo conferma un tasso di occupazione del 78% tra la popolazione 20-64, almeno il 60% degli adulti coinvolti in attività formative e la riduzione di almeno 15 milioni del numero di persone a rischio di povertà o esclusione sociale.
I dati, aggiornati al 2023, parlano chiaro: se l’occupazione è salita al 75,3%, la partecipazione alla formazione resta ferma al 39,5%, mentre i progressi nella riduzione della povertà restano modesti, con 1,6 milioni di persone in meno in condizione di disagio rispetto al 2019.
Sotto la lente della Commissione anche le diseguaglianze sociali e territoriali che minano il principio della convergenza verso l’alto. Un’analisi specifica ha individuato potenziali criticità in undici Stati membri: Bulgaria, Estonia, Spagna, Italia, Lituania, Ungheria, Romania, Grecia, Croazia e Lussemburgo. Per questi Paesi si aprirà una seconda fase di valutazione dettagliata, sulla base di indicatori del quadro di convergenza sociale, che servirà a formulare raccomandazioni mirate.
Il Parlamento europeo, da parte sua, ha approvato la propria relazione d’iniziativa lo scorso 19 febbraio, con una serie di raccomandazioni rivolte alla Commissione. Dagli eurodeputati è arrivata una richiesta di maggiore attenzione verso l’accessibilità abitativa, l’avvio di un piano d’azione europeo per la salute mentale e politiche più incisive a sostegno dell’equilibrio tra vita privata e professionale.
Centrale anche la richiesta di affrontare le sfide demografiche, sostenere le PMI attraverso la semplificazione burocratica e migliorare il sistema di valutazione delle condizioni sociali, con un focus su servizi per l’infanzia, inclusione delle persone con disabilità, impatto dei trasferimenti sociali e competenze digitali di base.