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Sella del Diavolo, Commissione Europea: “Carente applicazione delle direttive europee”.

La Sella del Diavolo, uno degli angoli più suggestivi del Comune di Cagliari, finisce sotto la lente d’ingrandimento della Commissione Europea. Con una comunicazione ufficiale (nota prot. n. ARES 2025/2847884 del 8 aprile 2025), la Direzione generale Ambiente della Commissione ha deciso di includere il caso della mancata attuazione dei piani di gestione delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) “Torre del Poetto” e “Monte S. Elia, Cala Mosca e Cala Fighera” nell’ambito della procedura EU Pilot 6730/14. Questo procedimento riguarda la carente applicazione della direttiva europea 92/43/CEE, che tutela gli habitat naturali e la biodiversità.

A Cagliari, dunque, le violazioni riguardano non solo la gestione inadeguata dei siti protetti, ma anche il crescente degrado degli habitat naturali della Sella del Diavolo, causato dalla percorrenza incessante con mountain bike e dalla creazione di percorsi ciclistici non autorizzati, che danneggiano la vegetazione e il suolo. Le segnalazioni in merito sono state numerose, soprattutto da parte dell’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), ma le amministrazioni locali – in primis il Comune di Cagliari e l’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente – hanno finora mostrato un atteggiamento di indifferenza verso la problematica, ignorando la responsabilità di tutelare le aree della Rete Natura 2000, di cui fanno parte anche le ZSC in questione.

In questo contesto, in caso di condanna, l’Italia vedrebbe decurtati i trasferimenti finanziari dovuti dallo Stato alla regione o all’amministrazione locale responsabile dell’illecito.

Atteggiamento di negligenza, nonchè di pessima amministrazione locale (non è una novità), che non solo danneggia gravemente l’ambiente, ma espone al rischio di una nuova procedura di infrazione. Le stesse istituzioni locali, pur avendo la possibilità e la responsabilità di intervenire, non sembrano disposte a limitare le attività che, purtroppo, continuano a deteriorare un patrimonio naturale di valore europeo.