“Seconda Chance” arriva nel Sud Sardegna: lavoro e formazione per il reinserimento dei detenuti.
Nuove opportunità di riscatto sociale e professionale per i detenuti del Sud Sardegna. È stato presentato oggi, nella sede di Confcommercio Sud Sardegna, il progetto “Seconda Chance”, un’iniziativa nata per favorire il reinserimento lavorativo dei detenuti prossimi al fine pena e in condizioni giuridiche adeguate.
Alla conferenza stampa hanno preso parte Emanuele Frongia, presidente della FIPE Confcommercio Sud Sardegna, il direttore del carcere di Uta Marco Porcu, la referente regionale di Seconda Chance Donatella Gallistru e Andrea Chiriatti, responsabile nazionale del lavoro per FIPE Confcommercio, intervenuto in videoconferenza.
L’iniziativa si inserisce all’interno del Protocollo d’Intesa siglato nel 2023 da FIPE-Confcommercio, dall’associazione Seconda Chance e dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia. Già attivo in diverse città italiane, il progetto punta a costruire percorsi concreti di formazione e inserimento lavorativo per persone detenute, promuovendo un modello virtuoso di inclusione sociale e sviluppo economico.
“Offrire una seconda possibilità a chi vuole ricostruire la propria vita è un valore fondamentale per la nostra società”, ha dichiarato Frongia. “Il lavoro è uno strumento potente di inclusione, e noi, come associazione di categoria, vogliamo essere al fianco delle imprese che desiderano contribuire a questo percorso”.
Un impegno, quello delle imprese, che viene sostenuto anche da incentivi fiscali previsti dalla Legge Smuraglia, che riconosce crediti d’imposta fino a 520 euro al mese per ogni detenuto assunto o formato all’esterno del carcere. Un beneficio concreto che, come sottolineato da Andrea Chiriatti, rende il progetto appetibile anche dal punto di vista imprenditoriale, soprattutto nei settori della ristorazione, logistica e edilizia.
Per il direttore del carcere di Uta, Marco Porcu, “questa iniziativa rappresenta un passo importante verso l’attuazione concreta del trattamento rieducativo previsto dalla Costituzione. Ai detenuti viene finalmente offerta un’opportunità reale per confrontarsi con il mondo esterno e avviare un percorso di reinserimento. Sono motivati, e i datori di lavoro lo percepiscono: spesso dimostrano più entusiasmo e impegno rispetto agli altri lavoratori”.
A entrare nel cuore operativo del progetto è stata Donatella Gallistru, referente regionale di Seconda Chance. “Le figure più richieste dalle aziende sono lavapiatti, aiuto cuochi, magazzinieri, ma anche cuochi, elettricisti, muratori, meccanici e autisti. In un solo anno, una decina di detenuti delle carceri di Uta e Bancali sono stati inseriti nel mondo del lavoro, e alcuni di loro hanno ottenuto un contratto a tempo indeterminato. Così facendo, costruiamo una società più giusta e sicura”.
L’obiettivo ora è ampliare la rete di aziende coinvolte, rafforzando le sinergie tra sistema penitenziario, associazioni di categoria e tessuto imprenditoriale locale. “Invitiamo le imprese sarde a unirsi a questo percorso – ha concluso Frongia – perché crediamo fermamente che l’inclusione lavorativa dei detenuti sia un investimento nel futuro di tutti”.