Sassari (e l’Isola) si svuota, mentre la Regione finanzia sagre e clientele: il dramma dello spopolamento sardo tra indifferenza e sprechi.
Ogni anno Sassari perde quasi mille residenti. Un’emorragia lenta ma inesorabile, confermata dai numeri snocciolati dai commissari comunali di Palazzo Ducale, secondo i quali da gennaio a dicembre 2024, la città ha perso 588 abitanti. Ma il dato che fa più paura è quello proiettato al 2042: 18.000 sassaresi in meno. Una città intera, insomma, che scompare, nel silenzio assordante delle istituzioni.
I dati forniti dal responsabile del Servizio statistica si confermano dunque impietosi: nel 2024 a fronte di 511 nati, ci sono stati 1361 decessi. La fascia 0-3 anni, che nel 2019 contava 3.057 bambini, è oggi scesa a 2.376. Ma la vera batosta è nella fascia produttiva, quella tra i 20 e i 59 anni: in soli sei anni Sassari ha perso 5.806 persone attive. I Giovani e le famiglie, in sintesi, cambiano aria se possono.
Il dato degli over 80, in aumento di 1272 unità, e dei residenti tra i 60 e i 79 anni, saliti di 2164, conferma che Sassari, come Cagliari e Nùoro d’altronde, sta diventando una città anziana e immobile. Una città che invecchia mentre la politica locale si gira dall’altra parte, troppo impegnata a coltivare l’effimero e l’autoreferenzialità.
Nemmeno l’immigrazione, un tempo argine al declino, riesce più a compensare la perdita: anche gli stranieri, che fino a poco tempo fa crescevano, ora se ne vanno. Sassari non è più attrattiva. Non lo è per chi arriva da fuori, e tantomeno per chi ci nasce.
E se qualcuno in municipio ha definito questi numeri “strumenti utili per programmare il futuro”, finora, il futuro è stato garantito anche da questa classe dirigente locale, ai tanti festival per amici, alle sagre paesane di scarso impatto e ai finanziamenti a pioggia per progetti inutili e spin-off politici camuffati da iniziative culturali.
Nel frattempo, pensando solo a Sassari, con una popolazione attiva che nel 2042 sarà scesa a 43.038 persone – dalle 61.380 attuali – e una mobilità sempre più ridotta, le conseguenze saranno drammatiche: sanità sotto pressione, urbanistica da ripensare, servizi sociali al collasso.
Ma finché il declino pagherà in termini elettorali e la cultura del consenso facile prevarrà sulla visione, Sassari (e l’Isola) continuerà a svuotarsi. Lentamente, inesorabilmente, nell’indifferenza complice di chi dovrebbe difenderla.