Sardegna, maggioranza Todde tra legalità proclamata e affidamenti diretti.
Se da un lato la Regione Sardegna guidata da “Ale Todde e Soci” rivendica la correttezza delle proprie scelte amministrative, con la conferma della piena legittimità della nomina di Maria Elena Dessì a Direttrice esecutiva della Conservatoria delle Coste, dall’altro lato ci sono poche “medaglie di servizio pubblico” da attaccarsi sul petto, come ricordano gli oltre 200 milioni di euro distribuiti in affidamenti diretti a associazioni, parrocchie e comuni, indicati nelle tabelle allegate all’ultimo assestamento di bilancio e alla manovra finanziaria approvate dal “Governo del cambiamento di Ale e soci”. Una pioggia di fondi che ha coinvolto tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale, in un clima bipartisan che solleva i soliti interrogativi sulla credibilità delle istituzioni.
Se la narrazione della Giunta Todde, poi, punta i riflettori sul ricorso presentato da Alessandro De Martini, rigettato dal Giudice del lavoro di Cagliari contro la nomina della Dessì, e sulla corretta l’interpretazione del bando da parte dell’amministrazione, i motivi per essere entusiasti dalle parti di via Oslavia, viale Trento e via Roma, restano pochi alla luce degli scarsi successi ottenuti negli ultimi 12 mesi. Il cambio di passo, di fatto, non c’è. Solo la perfetta riproposizione (con l’aggiunta di qualche scampato di casa in Consiglio regionale) delle precedenti esperienze di Governo. Fallimentare e autoreferenziale.
“Abbiamo agito in buona fede e nel pieno rispetto della normativa vigente”, ha commentato l’assessora all’Ambiente Rosanna Laconi, sottolineando come questa decisione confermi la correttezza del percorso seguito per rilanciare le attività della Conservatoria.
Dello stesso avviso l’assessora del Personale Mariaelena Motzo, che ha parlato di “rigore e coerenza” nei processi decisionali dell’amministrazione.
Dispiace, però, notare anche nella XVII Legislatura, che la correttezza dell’agire del centrosinistra al Governo della Regione sia ancora non pervenuto. Gli oltre 200 milioni di euro distribuiti senza bando e per affidamento diretto sono una macchia pesante per “Ale e soci”, senza contare la mancanza di idee e visione per l’Isola e l’incerto, per non dire di peggio, tentativo di coinvolgere le migliori buone pratiche dell’isola nelle politiche di governo. Con un Esecutivo di ex strilloni e un corpo legislativo di incapaci, infatti, l’aiuto degli esperti (non degli inutili consulenti e politicizzati uffici di gabinetto) potrebbe aiutare.
Un quadro, insomma, dove l’uso discrezionale delle risorse pubbliche è più che accettato (meno male che qualcuno doveva aprire il Parlamento come una “scatoletta di tonno”), in contraddizione con le affermazioni di legalità e correttezza amministrativa che la Giunta prova a rimarcare. La coincidenza tra la conferma della nomina di un vertice tecnico e la pioggia di fondi “a pioggia”, di fatto, ha messo più di un malus sul tenore della credibilità degli apparati istituzionali regionali, specie in un momento in cui il dibattito pubblico chiede maggiore rigore e accountability nella gestione del denaro pubblico.