Sardegna: altri 12 milioni spesi per una mobilità “sostenibile” che nessuno usa (e vuole).
Ancora milioni per le piste ciclabili in Sardegna, in nome di una “mobilità sostenibile” che esiste solo nei piani strategici e nei comunicati stampa. Stavolta, la Giunta regionale, su proposta dell’assessore ai Lavori pubblici Antonio Piu, ha stanziato oltre 12 milioni di euro per nuovi interventi a Cagliari, Sassari e Olbia, rispolverando parole d’ordine come “transizione ecologica”, “connessione urbana” e “zero emissioni”, ma evitando accuratamente di fare i conti con un dato sotto gli occhi di tutti: le piste ciclabili sarde, in larga parte, sono deserte.
Negli ultimi decenni, la Sardegna ha già investito decine di milioni di euro per realizzare chilometri di infrastrutture dedicate alla mobilità dolce. Il risultato? Tratti scollegati, spesso inutilizzabili o interrotti, che si snodano tra quartieri semi-periferici e zone industriali, senza alcun impatto concreto sulla mobilità quotidiana dei cittadini, che continuano a spostarsi quasi esclusivamente in auto. E mentre si finanziano nuove tratte ciclabili in città dove il numero medio di biciclette in circolazione è vicino allo zero, ci si chiede: ma di quale mobilità sostenibile si parla?
L’assessore Piu difende la misura richiamando gli impegni internazionali sul clima e parlando di “connessioni tra quartieri” e “integrazione con la rete ciclabile regionale”. A Cagliari, si spenderanno oltre 4,1 milioni di euro per una pista tra Monte Mixi e La Palma, con un’opera di scavalco dell’Asse Mediano che suona più come un monumento all’inutilità infrastrutturale che come un reale incentivo alla mobilità alternativa. A Olbia, 3,75 milioni serviranno a collegare qualche centinaio di metri tra via Escrivà e il centro cittadino, con l’obiettivo — dichiarato — di raggiungere il porto e l’aeroporto in bici, come se fossimo in Olanda e non in una città dove d’estate si superano i 40 gradi. Sassari, infine, riceve 4,2 milioni per “riammagliare” la rete esistente, che nella realtà è già poco frequentata, se non da qualche runner la domenica mattina.
Nel frattempo, i veri problemi della mobilità urbana — trasporti pubblici inefficaci, strade in pessime condizioni, carenza di parcheggi, inquinamento da traffico — restano ai margini del dibattito e fuori dai fondi. Si parla di mobilità integrata e sostenibile, ma si ignora il contesto reale: in Sardegna mancano cultura della bicicletta, infrastrutture connesse e soprattutto utilizzatori reali.
Ancora una volta, si investe per costruire, non per usare. E il rischio concreto è che anche questi 12 milioni finiscano nel solito album delle opere incompiute o inutilizzate, mentre si alimenta un racconto ideologico fatto di ciclabili da vetrina e transizioni energetiche teoriche. La realtà quotidiana, però, pedala su un’altra strada. E non è affatto sostenibile.