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Sanità, la presidente Todde parla di “discontinuità”, ma i fatti distonano con la realtà.

Mentre la presidente della Regione, Alessandra Todde, intervenendo oggi sulla nomina dei commissari/e delle ASL regionali, ha parlato di “segnale di discontinuità” rispetto al passato, i fatti sembrano raccontare una storia ben diversa.

A fronte delle dichiarazioni circa il “nuovo corso” intrapreso dalla scadente esperienza del Campo largo, non si nota, invece, alcun cambiamento radicale, per esempio, circa gli affidamenti diretti approvati dalla maggioranza nell’ultima variazione di bilancio del 2024 e nella recente finanziaria, dove, invece, si continua a seguire la stessa linea che ha contraddistinto la gestione passata: vantaggi economici erogati a sostenitori senza alcun bando di gara, ma, bensì, attraverso semplici affidamenti diretti.

Un sistema che non sembra lasciare spazio a quella tanto decantata “discontinuità” tanto rimarcata oggi dalla presidente della Regione Sardegna. Pratiche che si ripetono in perfetta linea di continuità con il passato, caratterizzando un mandato che appare distante dalle migliori buone pratiche regionali, quelle che avrebbero potuto garantire maggior trasparenza e una gestione più equa dei fondi pubblici.

Non si vedono, inoltre, le minime iniziative concrete basate su un’analisi dei bisogni reali del territorio, come nel caso, per esempio, delle politiche giovanili, dove le scelte vengono spesso imposte dall’alto senza un costruttivo confronto con le necessità dei giovani sardi. Una realtà di fatto confermata con il rifinanziamento del programma “Giovani VISPI”, il sostegno al progetto “Start: Giovani & Impresa” e la pessima programmazione triennale per i giovani “Partecipo e conto”.

Questioni di opportunità a parte, l’ultimo capitolo della gestione Todde, le nomine dei commissari delle ASL, non ha mancato di far emergere all’interno della maggioranza le divergenze interne, confermate dalla decisione degli assessori del Partito Democratico di “paccarre” l’ultima seduta della Giunta. Ma, per la presidente pentastellata, non c’è ad oggi alcuno “strappo con il Pd”.

Infine, a riprova dell’ipocrisia delle battaglie caratterizzanti di questo centrosinistra, va rimarcata la presenza di una sola donna sui dodici commissari nominati. Con buona pace per le belle parole sprecate sulla parità di genere.