Sanità, il PD “pacca” la Giunta, i Progressisti allargano la toppa: “Campanello d’allarme”.
La frattura emersa attorno alla nomina dei commissari delle aziende sanitarie sarde, confermata ieri con l’autoesclusione dei 3 assessori del Partito Democratico nel corso dell’ultima seduta di Giunta, riporta a galla inequivocabili tensioni politiche che, secondo il capogruppo in Consiglio regionale dei Progressisti, Francesco Agus, non possono “essere liquidate come fisiologiche”.
Una “uscita di scena” (purtroppo non definitiva ancora) che, per l’esponente del partito di maggioranza rappresenta “un campanello d’allarme che la maggioranza progressista, alla guida della Regione, farebbe bene a non ignorare. Il malcontento espresso da alcuni alleati storici del Partito Democratico non può essere ridotto a un atto di ostilità o a una presa di distanza opportunistica. Si tratta, piuttosto, di un richiamo politico che merita ascolto, soprattutto in una legislatura che ha davanti a sé quattro anni cruciali per il futuro della Sardegna”. Purtroppo, andrebbe rimarcato data anche la certificata linea di continuità con il passato sostenuta dall’attuale mandato di Alessandra Todde e soci. Progressisti compresi.
Progressisti, attraverso la nota di Agus, che hanno poi ricordato i problemi di metodo all’interno della Maggioranza, a partire dalla mancanza di un confronto strutturato (caso per nulla sporadico vista l’assenza della minima sinergia con le organizzazioni qualificate del territorio portata avanti dal Campo largo), il deficit di condivisione nelle scelte strategiche, e una percezione crescente di esclusione da parte di chi fa parte integrante della coalizione.
Il passo è poi breve per “l’avvertimento velato”: “Per invertire la rotta, non basteranno rassicurazioni di facciata – scrive Agus -. Occorrerà un cambio di passo concreto, che garantisca un coinvolgimento sistematico delle forze politiche e un’apertura reale al dialogo con la società sarda, oggi più che mai vigile e partecipe”.
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