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Salvini attacca “Todde e soci”: “No ai monolocali da 20 mq? Scelta sbagliata, penalizzati i giovani”. Regione: “Nessuna critica da associazioni”.

Scontro istituzionale sul fronte dell’abitare. La decisione della commissione Urbanistica del Consiglio regionale della Sardegna di escludere i monolocali da 20 metri quadri dal nuovo disegno di legge sull’urbanistica, nonchè l’improbabile decisione sul dogma delle altezze a 2,70m, ha innescato la reazione del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, sul provvedimento del “Salva Casa” nell’Isola.

Il testo nazionale consente, in determinate condizioni, la regolarizzazione di unità abitative di piccola metratura. Ma l’Isola ha scelto di non recepire integralmente le disposizioni, mantenendo la soglia minima di 28 metri quadri per l’agibilità degli immobili. Una linea prudente, secondo il Consiglio regionale, un “errore strategico”, invece, per Salvini.

“I monolocali da 20 mq non sono loculi abitativi, ma una risposta concreta alla crescente domanda di alloggi flessibili e accessibili”, ha dichiarato il leader della Lega, che punta il dito contro quella che definisce una “scelta miope” da parte dell’ente regionale che “penalizza i cittadini sardi e crea una disparità territoriale ingiustificata rispetto al resto d’Italia”.

La norma contestata, secondo la lettura del ministro, crea poi svantaggi per il diritto alla casa, in particolare per giovani, studenti e single. Secondo il Mit, l’obiettivo non è ridurre gli standard abitativi, ma adattarli alle nuove esigenze sociali ed economiche, soprattutto nei contesti urbani dove il mercato immobiliare è sempre più ostile alle fasce deboli.

Ma a Cagliari il messaggio non è stato accolto. L’assessore regionale agli Enti locali e all’Urbanistica, Francesco Spanedda, ha replicato con fermezza alle critiche del ministro: “Nessuna disparità per i sardi. È necessario fare chiarezza: la norma nazionale si riferisce esclusivamente ai criteri di agibilità, non alla progettazione di nuovi alloggi né alla trasformazione del patrimonio edilizio esistente”.

Secondo Spanedda, puntare sulla riduzione estrema delle superfici è una falsa soluzione: “La vera flessibilità abitativa non si ottiene comprimendo lo spazio vitale, ma garantendo ambienti versatili, adatti a diverse esigenze. L’esperienza del Covid dovrebbe averci insegnato il valore dello spazio”, ha poi aggiunto l’esponente della Giunta Todde.

E aggiunge: “Le nostre città devono tornare ad accogliere tutti, non solo chi può permettersi case grandi o turisti da affitto breve. Serve una politica seria per la casa, che non riduca il diritto all’abitare a una questione di metri quadri”. Nel frattempo, però, la sua stessa maggioranza, in meno di 6 mesi, ha bruciato, tra affidamenti diretti a parrocchie, associazioni e comuni amici, oltre 200 milioni di euro.

Ma, secondo la narrazione odierna della Regione Sardegna, il problema del diritto alla casa va cercato altrove: nell’assenza di una regolamentazione del mercato degli affitti a breve termine che “non tutela nè gli inquilini nè i proprietari, aumentando i costi e limitando l’accesso alla casa”, sostiene Spanedda. Insomma, dalle parti di viale Trento ci sono “acuti e fini pensatori”.

Nessuna critica, reca inoltre la replica dell’Esecutivo regionale, è poi arrivata dalle categorie professionali o dagli ordini tecnici sul provvedimento, segno, per Spanedda, che il tema sollevato da Salvini “non è centrale quanto si vuol far credere.

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