Salute mentale: italiani sempre più fragili, soprattutto giovani e donne.
La salute mentale sale al vertice delle preoccupazioni sanitarie globali e diventa una priorità anche per gli italiani. A dirlo è l’Ipsos attraverso 24.000 interviste in 31 Paesi.
Secondo l’indagine, il benessere mentale è in rapido deterioramento: per la prima volta la salute mentale supera le malattie oncologiche tra le principali preoccupazioni sanitarie a livello globale. In Italia, la questione si piazza al secondo posto ma il livello di allarme è più che triplicato in cinque anni, passando dal 10% del 2020 al 35% nel 2025.
Preoccupano i numeri: il 28% degli italiani afferma di soffrire di disturbi legati alla salute mentale – ansia, depressione, disturbi alimentari – con un aumento di sei punti rispetto al 2022. Più della metà ha sperimentato stress intenso almeno una volta nell’ultimo anno, al punto da sentirsi sopraffatto. Eppure, l’88% di chi soffre di sintomi come ansia, depressione o stress valuta ancora il proprio benessere mentale come “buono” o “medio”, segnale di una diffusa sottovalutazione del problema.
I dati evidenziano uno squilibrio generazionale e di genere: quasi una donna su due della Generazione Z ha vissuto episodi di stress così intensi da pensare di non farcela, contro circa il 20% delle Baby Boomer. Le giovani donne – in particolare Gen Z e Millennials – si dichiarano più spesso depresse e senza speranza rispetto ai coetanei maschi e alle generazioni più mature.
Il lavoro si conferma un fattore critico: il 76% dei lavoratori italiani manifesta almeno un sintomo di malessere legato alla sfera professionale – dalla stanchezza cronica all’insonnia, fino allo stress difficile da gestire. Tuttavia, solo il 25% si rivolgerebbe all’azienda per ricevere supporto, e appena la metà dei dipendenti ritiene che il proprio datore di lavoro si prenda cura del benessere psicologico del team.
Dallo studio emerge, dunque, una richiesta urgente: costruire una vera cultura della prevenzione, ampliare l’accesso ai servizi di supporto psicologico e promuovere interventi mirati a favore di giovani e donne, le categorie più fragili. Fondamentale, inoltre, il ruolo delle aziende, chiamate a implementare programmi strutturati di supporto mentale e politiche di equilibrio tra vita privata e lavoro.
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