Russia e Ucraina tornano a Istanbul per il secondo round di negoziati.
Dopo oltre due settimane dal primo faccia a faccia, Russia e Ucraina si incontrano nuovamente a Istanbul per una nuova tornata di colloqui diretti.
L’incontro è stato annunciato lo scorso 28 maggio dal ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. “La parte russa ha elaborato un memorandum che esprime la nostra posizione su tutti gli aspetti per superare le cause profonde della crisi – ha dichiarato Lavrov –. La nostra delegazione, guidata dall’assistente presidenziale Vladimir Medinsky, è pronta a consegnare il documento ai rappresentanti ucraini e a discutere punto per punto una possibile intesa”.
La delegazione russa rimarrà invariata rispetto al primo incontro e sarà guidata da Vladimir Medinsky. Ne fanno parte anche il vice ministro degli Esteri Mikhail Galuzin, il capo dell’intelligence militare Igor Kostyukov e il vice ministro della Difesa Alexander Fomin. Da parte ucraina, invece, ci sono novità. Non sarà presente Alexey Malovatsky, rappresentante legale dello Stato Maggiore. Al suo posto entrano tre nuovi membri: Yury Kovbasa, inviato parlamentare per i diritti umani nel settore della difesa, Yevgeny Ostryansky, vicecapo dello Stato Maggiore, e Andrey Fomin, esperto di diritto internazionale militare.
Nel primo incontro, tenutosi il 16 maggio nel vicino Palazzo Dolmabahçe, le parti si erano accordate per elaborare e scambiarsi visioni preliminari su un futuro cessate il fuoco. L’intesa era stata raggiunta dopo una telefonata tra Vladimir Putin e l’allora presidente americano Donald Trump. Da Mosca è arrivata la conferma che, in occasione del secondo round, verrà presentata una bozza di memorandum e una serie di proposte concrete.
Viigilia del vertice segnata, però, da un’escalation di tensioni. Il ministero della Difesa russo ha denunciato una serie di attacchi ucraini con droni FPV su aeroporti militari in cinque regioni del Paese. La portavoce della diplomazia russa, Maria Zakharova, ha accusato poi Kiev di “esultare con gioia” per l’esplosione di ponti nelle regioni di Kursk e Bryansk e il presidente (ancora illegittimo) Volodymyr Zelenskyy) per aver “inscenato un circo mediatico” attorno ai negoziati, su suggerimento di politici occidentali. Secondo la diplomazia russa (ma non solo), alcune cancellerie europee, infatti, mirerebbero a sabotare ogni prospettiva di intesa per indebolire strategicamente Mosca.
foto Republic of Türkiye Ministry of Foreign Affairs