Europa

RRF, accuse di opacità: la Commissione respinge le critiche e rivendica trasparenza nei controlli.

Il Recovery and Resilience Facility (RRF), principale strumento del piano NextGenerationEU, finisce sotto accusa per presunta mancanza di trasparenza nella gestione dei fondi europei. A sollevare il tema è l’eurodeputato Julien Sanchez (PfE), che in un’interrogazione parlamentare ha chiesto chiarimenti alla Commissione europea, accusandola di ostacolare la supervisione parlamentare e di rendere difficile la verifica dell’utilizzo dei fondi da parte dei deputati e dell’opinione pubblica.

L’RRF dispone di un budget complessivo di 723 miliardi di euro (ai prezzi del 2022), suddivisi tra sovvenzioni e prestiti, destinati a sostenere le riforme e gli investimenti dei Paesi membri nel periodo post-pandemico. Tuttavia, il 2023 ha visto emergere numerosi casi sospetti: il rapporto annuale sulla protezione degli interessi finanziari dell’UE cita 13 audit e diverse segnalazioni di frode. L’Ufficio del Procuratore europeo (EPPO) ha avviato 233 indagini legate all’RRF, con danni stimati per 1,86 miliardi di euro, spesso con il coinvolgimento di reti criminali, società fittizie e documenti falsificati.

La Commissione, nella risposta firmata dalla presidente Ursula von der Leyen, ha respinto ogni accusa di opacità, sottolineando che l’RRF è soggetto a controlli rigorosi. “La sorveglianza avviene a più livelli: nazionale, attraverso i sistemi di controllo degli Stati membri, ed europeo, grazie agli interventi della Corte dei conti, dell’OLAF e dell’EPPO – spiega la presidente von der Leyene -. La Commissione ha il potere di ridurre o revocare i fondi in caso di gravi irregolarità non corrette dai governi nazionali”.

Fino a febbraio 2025, la Commissione ha segnalato 31 casi sospetti all’OLAF, mentre ha ricevuto comunicazione di 36 indagini dallo stesso OLAF e 55 dall’EPPO. Le informazioni rilevanti vengono rese pubbliche tramite i Rapporti annuali sulla tutela degli interessi finanziari dell’Unione, che vengono condivisi anche con il Parlamento europeo.

Von der Leyen ha però precisato che “la pubblicazione di dati più dettagliati è vincolata alla necessità di tutelare la riservatezza delle indagini in corso e la protezione dei dati personali”.