Riciclaggio negli Emirati Arabi: la relazione del Carnegie Endownment for International Peace.

Qual è il ruolo degli Emirati Arabi all’interno dei flussi finanziari illeciti globali? Una domanda alla quale ha provato a dare risposta il Carnegie Endownment for International Peace, un think tank apartitico specializzato in politica estera, attraverso una relazione dello scorso mese di luglio “Dubai’s Role in Facilitating Corruption and Global Illicit Financial Flows” (Il ruolo di Dubai nell’agevolare la corruzione e i flussi finanziari illeciti globali).

Secondo la ricerca emergerebbe una mancanza di interesse da parte dei leader degli Emirati Arabi Uniti e della comunità internazionale nei confronti delle lacune amministrative e la debolezza delle pratiche di applicazione che rendono Dubai una destinazione attraente a livello mondiale per il denaro sporco, essendo un centro finanziario mondiale.

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Un tema ripreso recentemente dall’eurodeputato del Partito Popolare Europeo, Fulvio Martusciello che ha chiesto alla Commissione europea se è in corso una valutazione per l’applicazione delle politiche antiriciclaggio (AML) nei confronti degli Emirati Arabi Uniti, alla luce del recente intensificarsi delle relazioni tra l’UE e il Paese arabo.

A nome della Commissione europea è intervenuta la Commissaria per i Servizi finanziari, Mairead McGuinness: “La Commissione è a conoscenza della relazione pubblicata dal Carnegie Endowment for International Peace e dei suoi contenuti. Nell’ambito delle procedure del Gruppo di azione finanziaria internazionale (GAFI), la Commissione europea monitora attentamente l’evolversi, negli Emirati Arabi Uniti, della situazione relativa alla lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.
Nell’aprile 2020 – ha aggiunto l’esponente della Commissione von der Leyen – il GAFI ha pubblicato il rapporto di valutazione reciproca sugli Emirati Arabi Uniti, che ha evidenziato diverse carenze nel quadro di tale Paese in materia di antiriciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo”.

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Sulla base di tale rapporto gli Emirati Arabi Uniti sono stati sottoposti al processo di inserimento nell’elenco del gruppo del GAFI per la cooperazione internazionale (International Cooperation Review Group, ICRG) nel giugno 2020, data da cui decorre un periodo di osservazione di un anno al termine del quale il GAFI valuterà i progressi in vista di un eventuale inserimento nell’elenco dell’UE in ambito AML/CFT secondo la metodologia riveduta (SWD(2020)99) per l’individuazione dei Paesi terzi con carenze strategiche nei rispettivi regimi AML/CFT”.

“La Commissione europea – ha concluso McGuinness – ha già avviato un dialogo con le autorità degli Emirati Arabi Uniti per informarle sulla propria metodologia di valutazione dei Paesi terzi e sul proprio obbligo legale di individuare quelli ad alto rischio, a norma dell’articolo 9 della direttiva 2018/815”.

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Foto di Olga Ozik da Pixabay