Ricerca. I finanziamenti UE seguono criteri ideologici?
Un gruppo di eurodeputati del partito Patrioti per l’Europa (PfE) – tra cui Catherine Griset, Aleksandar Nikolic, Valérie Deloge, Mathilde Androuët, Gilles Pennelle, Pascale Piera e Jean-Paul Garraud – ha sollevato interrogativi sui criteri di diversità, equità e inclusione (DEI) introdotti dalla Commissione Europea nei bandi di ricerca finanziati dall’Unione.
Secondo i firmatari, tali criteri rischierebbero di indirizzare i progetti verso approcci ideologici, a scapito della neutralità scientifica e della libertà accademica, e in alcuni casi potrebbero addirittura favorire il finanziamento di iniziative legate a reti riconducibili all’islam politico.
Gli eurodeputati hanno chiesto alla Commissione se riconosca il rischio di una limitazione della neutralità scientifica, quali garanzie esistano per evitare che i fondi UE vengano utilizzati a fini ideologici e se intenda impedire l’accesso ai finanziamenti a organizzazioni vicine a movimenti religiosi o politici estremisti.
La risposta della Commissione: “Valori comuni, libertà accademica e pluralismo”.
Nella risposta fornita il 13 ottobre 2025, la commissaria Zaharieva, a nome della Commissione Europea, ha precisato che l’azione dell’Unione è guidata dai Trattati, i quali sanciscono i valori fondamentali su cui si basa l’UE: democrazia, uguaglianza e rispetto dei diritti umani.
Tali principi, ha spiegato, impongono all’Unione di combattere ogni forma di discriminazione, ma non di orientare la ricerca in senso ideologico.
La Commissione ha ribadito il proprio impegno per la libertà accademica e scientifica e per la creazione di un ambiente in cui idee diverse possano convivere, nel rispetto della libertà intellettuale e della qualità disciplinare delle università e dei centri di ricerca.
Horizon Europe: programmi costruiti con consultazioni aperte e criteri trasparenti.
I programmi di lavoro di Horizon Europe, ha ricordato Zaharieva, vengono elaborati attraverso consultazioni inclusive con Stati membri, esperti e stakeholder, in linea con gli obiettivi fissati dal Regolamento (UE) 2021/695 e dalla decisione del Consiglio sul Programma Specifico.
In questo quadro, il ruolo delle scienze sociali e umanistiche è ritenuto essenziale per combattere disuguaglianze e discriminazioni, prevenire emarginazione e radicalizzazione, tutelare i diritti umani e promuovere la diversità culturale e il patrimonio europeo.
Questi elementi, sottolinea la Commissione, garantiscono il pluralismo e proteggono i finanziamenti europei da qualsiasi agenda ideologica o politica di parte.
Selezione dei progetti e accesso ai fondi: “Solo chi rispetta i valori UE”.
Infine, la Commissione ha ricordato che “la valutazione dei progetti è affidata a esperti indipendenti e si basa su criteri di eccellenza scientifica e trasparenza” (chissà perchè allora un progetto finanziato con dieci milioni non ha neanche il sito web…). “Sono previste – prosegue la nota – rigide condizioni di ammissibilità ed esclusione, che permettono l’accesso ai finanziamenti solo alle organizzazioni che condividono i valori fondamentali dell’Unione Europea, senza discriminare o favorire alcun sistema di credenze”.
Il dubbio, però, permane come più volte rimarcato anche al Parlamento europeo…
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