Ricerca e innovazione: le finanze UE godono di buona salute.

La Corte dei conti europea ha espresso un giudizio positivo sui conti del 2023 delle imprese comuni (“Joint Undertaking”) dell’UE, i partenariati pubblico-privato dell’UE per la ricerca e l’innovazione. Tuttavia, la Corte indica alcune aree in cui occorre maggiore attenzione, ad esempio fare in modo che i contributi dei partner privati raggiungano i livelli concordati.

Le imprese comuni sono partenariati tra la Commissione europea, operatori di un determinato settore industriale ed enti di ricerca nonché, in alcuni casi, organizzazioni intergovernative o Stati partecipanti. Le imprese comuni finanziate a titolo dei programmi di ricerca e innovazione dell’UE (Orizzonte 2020, Orizzonte Europa ed Europa Digitale, per un totale di 17 miliardi di euro di finanziamenti UE) dovrebbero ricevere 21,1 miliardi di euro di ulteriori contributi (in natura e altri contributi finanziari) dai partner per attuare progetti di ricerca e innovazione del valore di circa 38,1 miliardi di euro.

“Ancora una volta la Corte ha approvato i conti annuali delle imprese comuni dell’UE, confermando un andamento positivo” ha dichiarato Ildikó Gáll-Pelcz, membro della Corte dei conti europea responsabile dell’audit. “Poiché le imprese comuni contribuiscono alla competitività dell’Europa, con maggiori sforzi sarà possibile raggiungere un miglior rapporto fra costi e benefici”.

Come negli esercizi precedenti, la Corte ha segnalato notevoli rischi per Fusion for Energy (F4E), l’impresa comune responsabile del contributo dell’Europa al megaprogetto di reattore termonucleare sperimentale internazionale (ITER). Finanziata dall’Euratom e dagli Stati membri partecipanti, F4E dovrebbe rivedere in maniera sostanziale i target intermedi del progetto ITER, considerati i significativi cambiamenti tecnici e aumenti dei costi osservati finora. A giudizio della Corte, tale revisione avrà un notevole impatto sulle stime dei costi di completamento degli obblighi di realizzazione assunti per il progetto ITER, che F4E aveva stimato a 21,2 miliardi di euro, sulla base dei target intermedi passati. Gli auditor della Corte avvertono inoltre che l’elevato livello di dipendenza di F4E dai fornitori esterni di servizi comporta rischi significativi nel lungo termine (quali insufficiente mantenimento delle conoscenze e ridotta efficienza della forza lavoro).

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La Corte rileva inoltre che né l’impresa comune Europa biocircolare (CBE) né l’impresa comune per il calcolo ad alte prestazioni europeo (EuroHPC) hanno raggiunto i rispettivi valori-obiettivo per i contributi dei membri privati in relazione ai progetti di Orizzonte 2020. Secondo la Corte, EuroHPC in particolare rischia seriamente di non raggiungere entro la conclusione dei programmi Orizzonte Europa ed Europa digitale i valori-obiettivo per i contributi dei membri privati, che andrebbero quindi rivalutati. Inoltre, le imprese comuni Aviazione pulita (CA), Chip e EuroHPC hanno richiesto ulteriori contributi finanziari UE che erano notevolmente superiori al loro fabbisogno di cassa. Tale pratica non solo distoglie risorse finanziare dell’UE da altre attività, ma è indicativa di una carente gestione della liquidità, osserva la Corte.

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Dall’audit di un campione di pagamenti per sovvenzioni di Orizzonte 2020 sono emersi, ancora una volta, errori sistemici nelle dichiarazioni delle spese per il personale e per le attrezzature. Gli errori principali consistevano in tariffe orarie calcolate in maniera inesatta e dichiarazioni erronee (ad esempio, inclusione delle ore lavorate al di fuori del periodo di riferimento o del progetto, dichiarazione di premi o di spese per attrezzature non ammissibili, nonché dichiarazione dell’imposta sul valore aggiunto detraibile).

L’impresa comune Reti e servizi intelligenti e l’impresa comune Salute globale EDCTP3 hanno raggiunto l’autonomia finanziaria nell’ultimo trimestre del 2023 e quest’anno sono state sottoposte all’audit della Corte per la prima volta. Entrambe hanno riscontrato difficoltà nella presentazione dei primi conti annuali (ad esempio, per quanto riguarda la separazione delle informazioni relative alle risorse finanziarie gestite dalla Commissione europea, da un lato, e dall’impresa comune, dall’altro).

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Nellarelazione annuale disponibile sul sito Internet della Corte figura un elenco completo delle imprese comuni, accompagnato dalle risultanze di audit relative a ciascuna di esse. Nel 2023 le imprese comuni operanti nell’ambito dei programmi di ricerca e innovazione dell’UE condividevano una dotazione totale per i pagamenti di 3,3 miliardi di euro (2022: 2 miliardi di euro) e contavano un organico di 299 effettivi (2022: 257 ). Per quanto concerne F4E, la dotazione per i pagamenti ammontava a 0,6 miliardi di euro (2022: 2 miliardi di euro) e l’organico contava 426 effettivi (2022: 436).

foto Cnr