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Riccardo Illy: “Se non c’è etica l’economia di mercato non funziona”.

Le fonti rinnovabili vinceranno su quelle fossili per motivi economici, ma serve una politica più decisa. Di questo è molto altro nel corso dell’evento ospitato dalla Confcommercio Sud Sardenga, ha parlato l’imprenditore e politico italiano Riccardo Illy.

“Le energie rinnovabili rappresentano ormai la strada inevitabile per il futuro energetico, non solo per ragioni ambientali, ma soprattutto economiche. Un chilowattora prodotto da fonti rinnovabili costa meno di quello da carbone o petrolio. I giacimenti importanti – spiega Illy – sono già sfruttati, e trovare nuovo petrolio diventerà sempre più costoso”. Una circostanza di fatto, per l’imprenditore friulano, che renderà inevitabile una transizione energetica accelerata, a patto che si superino le attuali resistenze politiche e paesaggistiche.

Illy , infatti, ha denunciato l’assenza di una strategia efficace per minimizzare l’impatto paesaggistico delle rinnovabili: “Le pale eoliche dovrebbero essere posizionate offshore, dove non possano essere viste. Finora, però, la politica è stata poco incisiva, lasciando spazi troppo limitati all’innovazione verde. Non è solo responsabilità delle imprese innovare, ma anche della pubblica amministrazione, che deve fare un salto di qualità”.

Riccardo-Illy, foto Sardegnagol riproduzione riservata
Riccardo Illy, foto Sardegnagol riproduzione riservata

Sul piano economico, Illy ha poi messo in guardia dalle derive protezionistiche, molto in voga con l’avvento dell’amministrazione Trump in America: “Le politiche di dazi come quelle avviate da Trump sono dannose e anti-etiche all’economia globale. Un sistema aperto consente di sfruttare il vantaggio comparato, lasciando a ogni territorio la possibilità di specializzarsi. Le idee di riportare la produzione manifatturiera in America – prosegue Illy – sono poco realistiche, visto il basso tasso di disoccupazione negli USA e la mancanza di forza lavoro disponibile. Inoltre, aumentare i dazi significa aumentare i costi per i consumatori, che pagheranno di più senza benefici concreti”.

Imprenditore che non ha mancato di fare il punto su uno dei grandi problemi degli imprenditori sardi: l’incapacità di metters insieme e fare sistema: “Per andare fuori dalle logiche della nicchia serve la cooperazione tra produttori. Imprescindibile per creare massa critica e avere peso sul mercato. In settori come quello agroalimentare servono reti e piattaforme comuni, per non restare marginali. Solo così si può influenzare positivamente la domanda e rafforzare il tessuto produttivo”.

Un esempio virtuoso è il legame tra turismo e prodotti locali secondo l’imprenditore triestino: “Il consumatore moderno vuole conoscere la storia che c’è dietro ciò che compra. Collegare turismo e agroalimentare può valorizzare entrambi i settori, creando un circolo virtuoso. Per esempio, se un turista sa che un formaggio di qualità è prodotto in Sardegna, sarà spinto a visitare l’azienda e il territorio nel quale sorge l’attività imprenditoriale, sostenendo la crescita del territorio”.

Riccardo-Illy, foto Sardegnagol riproduzione riservata
Riccardo Illy, foto Sardegnagol riproduzione riservata

Infine, Illy ha evidenziato come la questione cruciale del mercato del lavoro e dei salari, in Italia, è pesantemente influenzata dalla scarsa crescita della produttività : “L’unico modo per alzare i salari è aumentare la produttività, che significa investire in competenze e tecnologia. Salari più alti significano più consumi interni e meno emigrazione giovanile”.

Per Illy, il futuro economico dipende quindi da scelte coraggiose sulla sostenibilità, dalla cooperazione tra imprese e da politiche sociali capaci di valorizzare il capitale umano. “Senza etica e fiducia, l’economia di mercato non può funzionare. Serve una politica che guardi al lungo termine, non solo al consenso immediato. L’etica in politica – ha aggiunto – dovrebbe guidare le scelte, ponendo al centro prima gli obiettivi di lungo termine, poi quelli a medio e breve termine. Tuttavia, la realtà attuale appare ben diversa: la priorità è spesso solo la rielezione, mentre gli interessi generali vengono trascurati a favore di risultati immediati e superficiali. Per invertire questa tendenza è necessario un movimento che promuova con forza i valori etici nella gestione pubblica”.

Regione-Sardegna, foto Sardegnagol riproduzione riservata
Regione Sardegna, foto Sardegnagol riproduzione riservata

Spazio anche alle considerazioni sul limite di mandato politico: “I ruoli di sindaco e di presidente della regione concentrano troppo potere. Una circostanza che richiede obbligatoriamente l’introduzione di un limite massimo di due mandati per evitare derive autoritarie. Al contrario, alcuni dittatori contemporanei hanno eliminato questi vincoli, aprendo la strada a forme di governo autoritarie”.