Europa

Resilienza idrica, il Parlamento europeo verso una strategia comune per affrontare la crisi dell’acqua.

L’acqua, risorsa fondamentale per la vita e per l’economia, è oggi al centro dell’agenda politica europea. Durante la tornata plenaria di maggio, il Parlamento europeo dovrebbe adottare una serie di raccomandazioni per guidare la futura Strategia europea sulla resilienza idrica, che la Commissione si è impegnata a presentare entro il secondo trimestre dell’anno.

Meno del 3% dell’acqua presente sul pianeta è dolce, e solo una minima parte è effettivamente accessibile. Di fronte all’aumento della domanda, all’inquinamento e agli effetti sempre più tangibili dei cambiamenti climatici, la disponibilità idrica in Europa è sempre più minacciata.

“Le valutazioni recenti – secondo una recente indagine della ricercatrice Vivienne Halleux – indicano che l’UE è lontana dagli obiettivi previsti per migliorare lo stato dei suoi corpi idrici. La necessità di un’azione urgente è confermata anche dal sostegno dell’opinione pubblica: secondo un sondaggio del 2024, oltre il 75% dei cittadini europei è favorevole a misure più incisive in materia di acqua”.

Annunciata nei nuovi orientamenti politici della Presidente della Commissione per il periodo 2024-2029, la strategia attesa per giugno 2025 si baserà su tre pilastri: proteggere il ciclo dell’acqua, garantire l’accesso universale ad acqua pulita e servizi igienico-sanitari a prezzi accessibili, e promuovere un’economia circolare e un’industria idrica competitiva. Il principio guida sarà “l’efficienza idrica al primo posto”, con interventi previsti in cinque aree: governance, infrastrutture, finanziamenti, sicurezza e innovazione.

Il Parlamento, attraverso la commissione ENVI, ha già approvato l’8 aprile una relazione che include oltre cento raccomandazioni. Tra le proposte principali: obiettivi settoriali vincolanti per l’efficienza idrica, l’adozione di soluzioni digitali per il monitoraggio dei consumi, la creazione di un fondo dedicato alla resilienza idrica e una regolamentazione più severa per ridurre la presenza dei composti PFAS nell’acqua potabile e nei beni di consumo.

Particolare enfasi è stata posta sulla gestione condivisa dei bacini idrografici e delle falde acquifere transfrontaliere, nonché sulla necessità di una raccolta dati più accurata su qualità delle acque, inquinamento e livelli idrici.

foto PublicCo da Pixabay.com