Putin vuole la riduzione della spesa militare: la Russia va in netto contrasto con l’aumento degli investimenti della NATO.
Mentre i Paesi membri della NATO continuano a incrementare le spese militari in risposta alle crescenti tensioni globali, il presidente russo Vladimir Putin annuncia una svolta diametralmente opposta: Mosca intende ridurre il proprio budget per la difesa.
In un discorso riportato dalle agenzie russe, Putin ha dichiarato che la spesa militare russa ammonta attualmente a circa 13,5 trilioni di rubli, equivalenti a 172 miliardi di dollari, ovvero il 6,3% del Pil nazionale. “È una cifra elevata,” ha riconosciuto il leader del Cremlino, sottolineando come l’aumento delle spese militari abbia avuto ripercussioni sull’inflazione, diventando un problema di bilancio che necessita di essere affrontato con urgenza.
Una decisione che rappresenta un netto contrasto rispetto alle mosse adottate dagli alleati occidentali, che nel quadro delle tensioni con la Russia hanno rafforzato i propri investimenti in armamenti e difesa. Questo approccio divergente emerge in un momento in cui Mosca continua a sostenere la sua offensiva in Ucraina, ma al contempo deve fare i conti con le difficoltà economiche interne, aggravate dall’inflazione e da un contesto finanziario complesso. Qualcuno/a in Europa dovrebbe arrivare alle stesse conclusioni, vista l’aggravante dello spopolamento e della crescente denatalità.
Nonostante le dichiarazioni ufficiali di Mosca parlino di una crescita del Pil del 4,3% nel 2024, molti esperti ritengono che questo dato sia fortemente influenzato dall’aumento delle spese militari legate al conflitto. Inoltre, l’inflazione ufficiale ha raggiunto nel 2024 il 9,5%, ben sopra il target del 4% fissato dal governo russo. La Banca Centrale ha cercato di contrastare la spirale inflazionistica aumentando i tassi d’interesse fino al 21%, seppur recentemente li abbia leggermente ridotti al 20%.
In questo scenario, la scelta di Putin di ridurre i costi militari appare anche come una necessità economica, oltre che una mossa politica, in netto contrasto con la traiettoria di spesa seguita dagli Stati NATO, che invece sembrano pronti a rafforzare ulteriormente le proprie capacità difensive, a scapito del sostegno alla competitività e al contrasto allo spopolamento e invecchiamento.
foto Kremlin.ru