Putin blocca i media europei, e Borrell (forse) si è dimenticato del bando Ue ai media russi.

Oltre 80 media europei ieri sono stati banditi in Russia in reazione al bavaglio europeo imposto due anni fa ai canali russi in Europa, Sputnik e Russia Today. Entrambe, va ricordato per onestà intellettuale, emittenti di dubbia indipendenza editoriale ma che rappresentano, pur sempre, organi di informazione.

Stravagante, quindi, la reazione della stessa Commissione europea che, attraverso l’Alto rappresentante Josep Borrell, ha stigmatizzato l’iniziativa della Federazione Russa: “L’UE condanna la decisione del tutto infondata delle autorità russe di bloccare l’accesso a oltre ottanta media europei in Russia. Questa decisione limita ulteriormente l’accesso all’informazione libera e indipendente ed espande la già severa censura sui media in Russia. I media europei vietati lavorano secondo principi e standard giornalistici. Forniscono informazioni concrete, anche al pubblico russo, anche sulla guerra illegale di aggressione della Russia contro l’Ucraina. Al contrario, i mezzi di disinformazione e propaganda russi, contro i quali l’UE ha introdotto misure restrittive, non rappresentano media liberi e indipendenti – ha aggiunto la lettura unilaterale di Josep Borrell -. Le loro attività radiotelevisive nell’UE sono state sospese perché queste emittenti sono sotto il controllo delle autorità russe e sono determinanti nel sostenere la guerra di aggressione contro l’Ucraina”.

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Scontato quanto improbabile, infine, l’accenno dell’Alto rappresentante sul valore del pluralismo: “Il rispetto della libertà di espressione e dei media è un valore fondamentale per l’UE. Continuerà a supportare la disponibilità di informazioni concrete anche per il pubblico russo”.

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