Europa

Preoccupazioni sugli aiuti umanitari in Siria e la tutela delle minoranze perseguitate dagli islamisti.

Lo scorso dicembre, in seguito alla presa di potere da parte degli islamisti in Siria, la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha ricordato che l’UE è stata il principale donatore del Paese dal 2011, fornendo un totale di 33 miliardi di euro in aiuti umanitari. Nell’occasione la presidente ha anche sottolineato che tali finanziamenti sono stati erogati “nel rispetto dei principi di nessun contatto, nessuna cooperazione e nessun finanziamento al regime di Assad”. Nel gennaio di quest’anno, la Commissaria per la Preparazione alle Crisi e l’Uguaglianza, Hadja Lahbib, ha annunciato che la Commissione destinerà ulteriori 235 milioni di euro in aiuti umanitari per la popolazione siriana nel 2025.

Tuttavia, le violenze perpetrate dai combattenti islamisti a sostegno del cosiddetto “governo provvisorio” di Ahmed al-Sharaa sollevano forti dubbi sulla reale distribuzione di tali aiuti. In particolare, le minoranze religiose come la comunità alawita e i cristiani, che necessitano urgentemente di assistenza e che per ragioni politiche ricevono scarsi aiuti dall’Occidente, potrebbero essere escluse.

In questo contesto, come la Commissione Europea potrà garantire che l’assistenza umanitaria non finisca invece per finanziare sanguinari regimi “sostenuti oggi dall’Occidente?”.

Nel frattempo, a pochi mesi dall’intervento di Turchia, Israele e Stati Uniti in Siria, seguito dalla caduta dello Stato di Assad a opera degli jihadisti di Al-Jolani, il Paese è teatro di migliaia di omicidi e atrocità, con le minoranze religiose ed etniche e gli oppositori politici tra le principali vittime.

Una situazione di fatto che sta fortemente spingendo verso la frammentazione della Siria, peraltro molto ambita come ricordato dagli interessi geopolitici in conflitto tra Stati Uniti, Turchia, Israele, Russia, Unione Europea e altri attori, nonché dalla volontà di gruppi monopolistici di sfruttare le risorse del Paese e i suoi corridoi commerciali ed energetici.

A fronte di questa situazione di crescente instabilità, l’UE, però, ha confermato un finanziamento di 2,5 miliardi di euro al regime jihadista, lo stesso oggi responsabile di massacri e atrocità contro il popolo siriano, inclusi bambini, minoranze religiose ed etniche e oppositori politici.

Aiuti umanitari, quindi, la cui destinazione non può che continuare a sollevare polemiche e interrogativi sulle responsabilità dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri in un contesto geopolitico sempre più instabile.

foto Mediamodifier da Pixabay.com