Politiche giovanili, prima casa per gli under36. Al via la campagna ‘Voglia di casa mia’.

In un Paese con il più alto tasso di Neet nell’area UE, con una percentuale di disoccupazione giovanile capace di superare il 40% in regioni come la Sardegna e dove da sempre si fa sentire l’assenza di interventi strutturali per i giovani, la campagna di comunicazione del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, “Voglia di casa mia” per la promozione delle agevolazioni sull’acquisto della prima casa per gli under36, non può che portare a riflettere sull’inconsistenza delle iniziative di governo per la popolazione giovanile italiana. Ma, per gli organizzatori della campagna, realizzata in collaborazione con il Dipartimento per l’informazione e l’editoria, l’iniziativa permetterà di far conoscere le agevolazioni finanziarie e fiscali a favore dei giovani under 36 che vogliono acquistare la loro prima casa, ovvero le agevolazioni relative al fondo di garanzia per i mutui e quelle prettamente fiscali previste dal Decreto sostegni bis.

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Sullo sfondo di questo intervento, si legge nella nota del Governo Italiano, la considerazione che “l’emergenza pandemica ha provocato un forte disorientamento e ha acuito, tra i giovani, l’incertezza nel futuro e l’instabilità economica”. Era forse più facile la vita per i giovani prima della crisi del Covid-19?

Ragionando poi sull’obiettivo della misura, quanti giovani italiani avranno l’opportunità di acquistare un immobile in un siffatto contesto nazionale? Ancora, la risibile percentuale di nuovi acquirenti di un immobile under36, giustificherà l’ennesima iniziativa estemporanea per i giovani italiani? Per il momento le 75 visualizzazioni del video sul canale youtube di Palazzo Chigi sembrerebbero optare per un sostanziale fallimento della campagna, alla luce delle risorse messe in campo. Ma diamo tempo al tempo, d’altronde, come ricorda la nota del Governo, “il tono di voce complessivo della campagna è allegro, trasmette ottimismo e desiderio di progettare per mantenere un atteggiamento positivo per il futuro”. 

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Punti di vista, probabilmente, che saranno scarsamente presi in considerazione dall’attuale Governo italiano, che, unitamente alla pessima formulazione della missione giovani del Pnrr, sta dimostrando tutta la sua incapacità verso la comprensione dei problemi della gioventù italiana, con la reiterazione di schemi fallimentari (molto in auge negli ultimi 30 anni) per l’inclusione dei ragazzi/e nel nostro Paese. Modelli sui quali si registra da tempo la latitanza del pensiero critico anche da parte dei ‘poco famosi’ corpi intermedi istituzionali per la gioventù italiana, troppo impegnati sul carrierismo dei propri rappresentanti e sull’organizzazione di webinar sulla condizione giovanile dove a vincere è ‘l’autoerotismo’ degli enunciati dei relatori.

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