PNRR italiano, la Commissione riconosce progressi ma avverte: “Serve accelerare”.
Un gruppo di eurodeputati del Partito del Socialismo e della Democrazia (S&D), tra cui Dario Nardella, Nicola Zingaretti e Irene Tinagli, ha rivolto un’interrogazione prioritaria alla Commissione europea sui ritardi nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano. Secondo i firmatari, sebbene il piano abbia prodotto “risultati positivi e innovativi”, restano “criticità rilevanti” che rischiano di compromettere il rispetto delle scadenze europee e l’attuazione di alcune riforme strutturali collegate al piano.
Le strategie per recuperare i ritardi.
Il governo italiano, in coordinamento con la Commissione, ha individuato alcune misure correttive per accelerare la spesa e l’avanzamento dei progetti. Tra queste, la gestione diretta dei fondi da parte di enti come ISMEA e GSE — già prevista nella revisione del 2023 — per un valore complessivo di 10,6 miliardi di euro.
Nel settore agroalimentare, metà delle risorse dovrebbe essere contrattualizzata entro il 30 giugno 2025 e il resto nel 2026, ma gran parte degli investimenti effettivi arriverà dopo la chiusura formale del piano.
Un’ulteriore opzione prevede la rendicontazione di obiettivi parzialmente raggiunti, con una riduzione proporzionale dei fondi, da valutare caso per caso.
La risposta della Commissione europea.
Il vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis, rispondendo a nome della Commissione, ha riconosciuto che “l’attuazione e i pagamenti del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) sono stati rapidi”, ma ha aggiunto che “è necessario accelerare in gran parte degli Stati membri”.
Tra le principali difficoltà individuate dalla Commissione ci sono, per esempio, le interruzioni nelle catene di approvvigionamento, la crisi energetica e i limiti di capacità amministrativa delle amministrazioni locali. Tutte le misure, ha ricordato Dombrovskis, devono essere completate entro il 31 agosto 2026.
Italia sotto osservazione ma in linea con gli obiettivi.
Bruxelles ha confermato che l’Italia ha già ottenuto sette tranche di pagamento, tutte positivamente valutate, e mantiene “una buona governance complessiva del piano”. Tuttavia, resta cruciale il monitoraggio dei progetti a rischio e la capacità di rispettare le scadenze residue.
La Commissione ha esortato gli Stati membri, Italia inclusa, a rivedere i propri piani in modo realistico, mantenendo solo le misure effettivamente realizzabili entro la data limite.
Fondi non utilizzati e gestione del surplus.
Per quanto riguarda i fondi non spesi, Bruxelles ha chiarito che eventuali risorse residue del programma NextGenerationEU saranno temporaneamente trattenute in un fondo di liquidità destinato al rimborso del debito emesso.
In parallelo, la Commissione regolerà le future emissioni obbligazionarie in base ai fabbisogni effettivi di pagamento dei singoli Stati membri, per evitare un eccesso di raccolta di fondi.
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