Sardegna

PFAS, processo Miteni: condannati 11 manager. Greenpeace: “Sentenza storica, vittoria della società civile”.

Undici condanne, quattro assoluzioni e oltre 300 risarcimenti a favore delle parti civili: si è chiuso così, nel tribunale di Vicenza, il processo per l’inquinamento da PFAS causato dalla Miteni, ex azienda chimica al centro di uno dei più gravi disastri ambientali in Italia. Una sentenza definita “storica” da Greenpeace Italia, che sottolinea l’importanza dell’impegno collettivo nella lunga battaglia per la giustizia ambientale.

“La sentenza rafforza il principio fondamentale del “chi inquina paga” – ha dichiarato Chiara Campione, responsabile campagne di Greenpeace Italia – ed è il frutto di anni di denunce da parte della società civile e del lavoro investigativo dei Carabinieri del NOE. Ora, però, non possiamo fermarci: è urgente e necessario avviare subito la messa in sicurezza e la bonifica completa dell’area contaminata, per proteggere l’ambiente e la salute delle comunità coinvolte”.

Il processo ha riguardato i vertici della Miteni, accusati a vario titolo di disastro ambientale e avvelenamento delle acque, per il rilascio incontrollato di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nelle falde acquifere delle province di Vicenza, Verona e Padova. Un inquinamento che ha coinvolto oltre 300 mila persone e che, secondo l’accusa, è stato portato avanti per anni in assenza di controlli adeguati.

Greenpeace, insieme ad altre organizzazioni ambientaliste e comitati di cittadini, è stata tra le prime realtà a denunciare la portata della contaminazione. Oggi, il verdetto del tribunale rappresenta non solo un punto fermo sul piano giudiziario, ma anche un messaggio chiaro: la tutela ambientale non è negoziabile e le responsabilità devono emergere.

foto Greenpeace