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Permessi di soggiorno UE: nel 2023 ne sono stati rilasciati oltre 3,7 milioni.

Più di 3,7 milioni di permessi di soggiorno sono stati rilasciati nell’Unione europea nel 2023. Un dato che, secondo l’ex commissaria agli Affari Interni Ylva Johansson, rappresenta un successo delle politiche migratorie europee. Ma non tutti condividono questa lettura.

A sollevare perplessità è stata l’eurodeputata Malika Sorel (gruppo PfE), che in un’interrogazione scritta ha chiesto chiarimenti alla Commissione Europea sulla portata di questi numeri, paragonabili – ha sottolineato – “alla popolazione di una città come Berlino, e sulla reale composizione di tali flussi”.

Secondo i dati ufficiali forniti dalla Commissione von der Leyen, il 33% dei permessi è stato rilasciato per motivi di lavoro e il 14% per motivi di studio. Ma è il restante 52% a generare le maggiori incertezze: il 26% è riconducibile a ricongiungimenti familiari, mentre un ulteriore 26% include motivazioni eterogenee, tra cui spicca la protezione internazionale.

Tuttavia, la Commissione, attraverso il commissario Magnus Brunner, ha ammesso di non disporre di informazioni dettagliate sui profili degli studenti stranieri che ottengono il permesso per motivi di studio, né sul loro percorso accademico nei Paesi d’origine, né sul tipo di titolo di studio che intendono conseguire nell’UE. Questo perché, ha precisato il commissario Brunner nella risposta ufficiale del 5 maggio, “i singoli Stati membri non sono tenuti a fornire tali dati a Bruxelles”.

Risposta e assenza di monitoraggio, però, che solleva dubbi sulla trasparenza e sul controllo dei flussi regolari di immigrazione, in un momento storico in cui il tema migratorio è sempre più al centro del dibattito politico europeo, polarizzato sulla via della “sostituzione etnica” e alle prese con l’incapacità di trattenere i propri talenti.