Politica

Parco di Molentargius, in Consiglio regionale si parla dell’ennesimo “rilancio” per un ente che da oltre trent’anni galleggia tra governance disastrosa e idee confuse.

Si torna a parlare – ancora una volta – del rilancio del Parco regionale di Molentargius. Un tema che si trascina da decenni tra proclami, interventi spot e promesse di valorizzazione mai mantenute. Stavolta l’occasione è stata la seduta della commissione Seconda del Consiglio regionale, dove si è parlato dell’ennesimo progetto di “rinascita” accompagnato dai tecnici del CNR e del CRS4. Obiettivo: recuperare identità e attrattività del parco.

Ma la realtà è che il Parco di Molentargius – istituito con la legge regionale n.6 del 1999 – continua a essere un caso emblematico di malagestione e visione miope, ostaggio di una governance perennemente bloccata dai conflitti interni tra i soci del consorzio: Comune di Cagliari, Quartu Sant’Elena, Selargius, Quartucciu e la Città Metropolitana. Cinque enti pubblici incapaci, negli anni, di superare logiche di bottega e interessi locali spesso di basso profilo, trasformando un’area di enorme valore ambientale in un esempio di potenziale sprecato.

Il bilancio è impietoso: decine di migliaia di euro spesi per progetti mai decollati, come le fantomatiche imbarcazioni fluviali acquistate, nel lontano 2008, senza tener conto del fatto che i canali del parco non sono nemmeno completamente navigabili. Interventi che definire avventati è poco, figli di una progettualità improvvisata e mai realmente ancorata alla realtà fisica e ambientale del sito. Ed è solo un esempio.

Ora, con i recenti lavori di risanamento di alcuni capannoni finanziati con 1,5 milioni di euro di fondi europei, si prova a ripartire. Tra le idee in campo: l’uso della realtà virtuale per ricostruire e raccontare il passato del parco, che fu un tempo cuore pulsante dell’economia saliniera dell’area metropolitana, con radici storiche che risalgono al Settecento.

E, come sempre, non sono mancate le solite (retoriche) dichiarazioni su come l’ente abbia le carte in tavola per diventare un polo di attrazione culturale. Ottimismo condiviso dalla “non esperta di flora e fauna” nonchè presidente della Commissione Seconda, Camilla Soru (Pd), che ha assicurato l’impegno del Consiglio regionale nel sostegno al rilancio, parlando di una “offerta turistica di altissima cultura”.

Ma le buone intenzioni si scontrano con una verità evidente: serve prima di tutto una governance all’altezza, capace di superare l’inconcludente litigiosità tra enti locali, e di costruire finalmente un modello di gestione efficiente, trasparente e orientato a obiettivi concreti. Fino ad allora, quello di Molentargius resterà l’ennesimo parco “da rilanciare”, buono solo per conferenze stampa e qualche titolo di giornale.