OneDay & Terre Des Hommes: per 8 ragazzi su 10 non si investe abbastanza per lo sport a scuola.

Quest’estate lo sport sarà protagonista con gli Europei di calcio e i Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo. Questi eventi internazionali, che porteranno miliardi di persone a seguire decine di sport differenti, sono la prova che lo sport non è solo questione di professionismo, ma una passione senza confini geografici e che accomuna tutti senza distinzioni. Ma lo sport è davvero inclusivo e alla portata di tutti? Non per i giovani italiani, secondo l’indagine realizzata da Terre des Hommes eOneDay attraverso l’Osservatorio Permanente sullo Sport e le Nuove Generazioni. In pillole lo sport piace a tutti, ma non è poi così inclusivo come si pensa poiché non si investono abbastanza risorse per i giovani tra 13-23 anni.

L’anno appena trascorso, tra lockdown, paura del contagio e distanziamento sociale, è stato certamente fonte di stress, solitudine e inattività per ragazzi e ragazze, che hanno cambiato completamente il loro stile di vita. Non stupisce quindi che la maggior parte di loro viva oggi lo sport principalmente come un’esigenza e una valvola di sfogo: 6 ragazzi su 10 dicono che il motivo per cui fanno attività fisica è proprio per scaricare stress, ansie e fatiche scolastiche, solo il 37% racconta di praticare uno sport per passione.

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Ragazzi e ragazze credono nello sport come strumento di inclusione, però il 77% di loro ritiene poco incisivo lo sforzo dello Stato, tanto che nelle scuole e nelle città non ci sono sufficienti strutture per renderlo accessibile a tutti gratuitamente (il 50% dei giovani dichiara che nelle loro scuole non hanno campi sportivi).

Ma non solo, gli zedders hanno le idee chiare anche sul tema delle differenze di genere: ritengono infatti che i ragazzi siano spesso, ingiustamente, avvantaggiati rispetto alle ragazze nella carriera sportiva così come negli stipendi (sostenuto da oltre il 90%) e che dentro e fuori dalle competizioni sportive troppo spesso si verifichino episodi di bullismo (42%), violenza (sia verbale che fisica, rispettivamente 72% e 46%), abusi e molestie sessuali (17%).

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Infine, circa il 33% tra ragazzi e ragazze dice di aver subito comportamenti inappropriati da parte di adulti e il 45% da pari. Diminuiscono le percentuali di chi dichiara di aver subito comportamenti inadeguati dal punto di vista sessuale da adulti, o da pari (tra il 7 e 9%).

I giovani, però, sono intenzionati ad essere protagonisti del cambiamento, anche nel mondo dello sport: il 60% di loro vorrebbe contribuire a scrivere un regolamento condiviso da atleti, famiglie e società sportive per renderlo più equo, inclusivo e sicuro.

“Attraverso questo Osservatorio – ricorda Paolo Ferrara, Direttore Generale di Terre des Hommes Italia -ragazzi e ragazze ci fanno capire quanto lo sport sia una parte fondamentale della loro vita, esprimendo tutto il disagio che hanno vissuto in questo anno e mezzo di pandemia, quando non hanno potuto praticarlo regolarmente. Non solo, i giovanissimi ci dicono anche chiaramente tutto quello che non va nel mondo dello sport, dove purtroppo sono presenti discriminazioni, bullismo e abusi. I campi da gioco sono un luogo cruciale per la crescita di bambini, bambine, ragazze e ragazzi e dobbiamo garantire che siano un ambiente sicuro, sereno e piacevole per tutti”.

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“Abbiamo voluto indagare il ruolo sociale dello sport per la GenZ e il risultato è una lucida consapevolezza: i giovani ripongono grande fiducia nello sport attribuendogli un ruolo fondamentale come motore di inclusione sociale, ma ritengono che le istituzioni non facciano abbastanza. Credo proprio che dovremmo ascoltarli di più!”, conclude Gaia Marzo, Corporate Brand Director & Equity Partner OneDay Group.

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