Omofobia, ministro Valditara: “Scuola sia protagonista nella cultura del rispetto”.
Contro la discriminazione scende in campo il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, per il quale il personale scolastico deve essere in prima linea per il sostegno della cultura del rispetto: “La Costituzione italiana, all’art. 3 sancisce che ‘Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali’. La lotta contro le discriminazioni e il contrasto ad ogni forma di bullismo e violenza vede impegnati quotidianamente i docenti di ogni ordine e grado nell’educare studentesse e studenti al rispetto delle differenze e dei principi fondanti la convivenza civile”.
“Alla luce degli effetti negativi del bullismo omofobico sulla carriera scolastica e sulla stessa salute psico-fisica delle giovani vittime, effetti ampiamente documentati dalla letteratura scientifica, la scuola deve essere sempre più protagonista nel promuovere la cultura del rispetto, affinché ogni studentessa e ogni studente non vengano lasciati indietro e possano, in piena libertà, esprimere al meglio la propria personalità e i propri talenti. Le istituzioni scolastiche – continua il ministro -, nell’ambito della propria autonomia didattica ed organizzativa, possono realizzare attività di approfondimento sui temi legati alle discriminazioni”.
Una emergenza confermata dai dati 2022 di Gay Help Line, secondo i quali i più colpiti sono i trans, le cui segnalazioni aumentano arrivando al 14,7% , in particolare i giovani e gli adolescenti. Ancora, il 41,6% subisce violenza omotransfobica in famiglia e le le vittime sono per il 31,6% giovani tra gli 11 e i 26 anni.
Per il 15% sono i minori LGBTQI+ ad essere vittima di maltrattamenti familiari. Dalla reclusione in casa, il controllo arriva a sfociare fino alla violenza verbale e fisica. Nel 5,7% dei casi il bullismo omotransfobico ha favorito l’abbandono scolastico e solo uno studente transgender su 5 ha ottenuto l’applicazione a scuola della “carriera alias”, che prevede l’autorizzazione ad utilizzare nei documenti scolastici pronomi e un nome alias congruente con il genere dello studente.
Per il 17% i giovani intervistati hanno raccontano di aver subito la perdita del sostegno economico da parte dei familiari. Su circa 400 casi di giovani cacciati di casa solo il 10% riesce e trovare ospitalità nelle case famiglia protette come Refuge LGBTQI+.
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