Occupazione in Italia: Costo del lavoro in aumento: +4,6% in un anno. 12,2 milioni gli inattivi.
Nel primo trimestre del 2025, il mercato del lavoro italiano continua a dare segnali di vitalità, con una dinamica positiva che coinvolge occupazione, ore lavorate e, in misura più contenuta, il prodotto interno lordo. Secondo i dati diffusi dall’Istat, l’input di lavoro – misurato in ore lavorate – è aumentato dell’1,0% rispetto al trimestre precedente e dell’1,1% su base annua. A fronte di ciò, il Pil ha registrato una crescita dello 0,3% in termini congiunturali e dello 0,7% tendenziale.
Tra gennaio e marzo 2025 gli occupati sono aumentati di 141 mila unità (+0,6%) rispetto all’ultimo trimestre del 2024, arrivando a sfiorare i 24,2 milioni. A trainare l’occupazione sono i contratti a tempo indeterminato, cresciuti di 143 mila unità (+0,9%), e il lavoro autonomo (+18 mila, +0,3%). In calo, invece, i contratti a termine, che registrano una flessione di 20 mila posizioni (-0,8%).
Il tasso di occupazione sale al 62,7%, con un aumento di 0,4 punti percentuali. Stabile il tasso di disoccupazione, che resta al 6,1%, mentre cala l’inattività, con il tasso che scende al 33,1% (-0,4 punti).
Su base tendenziale, la crescita è ancora più marcata: +432 mila occupati in un anno (+1,8%), trainati da un vero e proprio boom dei contratti a tempo indeterminato (+634 mila, +4%). A perdere terreno sono ancora i contratti a termine (-182 mila, -6,7%) e il lavoro autonomo (-20 mila, -0,4%).
Il tasso di occupazione nel confronto con il primo trimestre 2024 cresce di 0,9 punti, mentre scendono il tasso di disoccupazione (-0,9) e quello di inattività (-0,3). Cala anche il numero di disoccupati: sono 1,76 milioni, in diminuzione di 217 mila unità su base annua (-11%).
Sul fronte della domanda di lavoro, le imprese dell’industria e dei servizi confermano un trend positivo: le posizioni lavorative dipendenti crescono dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, con un andamento analogo per il tempo pieno e leggermente inferiore per il part time (+0,5%). Su base annua, l’aumento è dell’1,9% per il tempo pieno e dell’1,6% per il part time.
In crescita anche le posizioni in somministrazione (+0,6% sul trimestre), che interrompono così una fase di contrazione durata quattro trimestri. Aumenti sostenuti anche per i contratti intermittenti, sia su base congiunturale (+1,6%) sia annua (+5,8%).
Il costo del lavoro per unità di lavoro a tempo pieno (Ula) cresce dell’1,5% rispetto al trimestre precedente, con aumenti sia nelle retribuzioni (+1,3%) sia nei contributi sociali (+2,2%). Su base annua, l’incremento è del 4,6%, riflesso dei rinnovi contrattuali e della fine di alcune agevolazioni contributive. La crescita si distribuisce in modo uniforme tra industria (+4,5%) e servizi (+4,8%).
Il Mezzogiorno mostra i miglioramenti più netti: +1,3 punti nel tasso di occupazione, -1,5 punti in quello di disoccupazione e -0,5 in quello di inattività. Le regioni del Centro e del Nord seguono con dinamiche positive, ma meno marcate.
Il tasso di occupazione cresce più tra i 50-64enni (+2,2 punti) e tra i laureati (+1,9 punti), mentre tra i giovani 15-34 anni si registra un lieve calo (-0,4 punti). Il tasso di disoccupazione scende in tutte le fasce d’età, più marcatamente tra i 35-49enni (-1,1 punti). Sul fronte dell’inattività, la flessione riguarda soprattutto gli over 50, mentre tra i più giovani si osserva un lieve aumento.
Il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni scende a 12,2 milioni (-95 mila su base annua, -0,8%), grazie soprattutto al calo degli scoraggiati (-16,3%) e di chi non cerca lavoro per disinteresse o pensionamento (-12,5%). Crescono, però, gli inattivi per motivi familiari (+15,3%) e per studio (+2,4%).
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