NextgenerationEU: ancora dubbi su trasparenza e inclusività.
Una parte consistente dei fondi del Recovery and Resilience Facility (RRF) è stata destinata alla digitalizzazione del settore pubblico. Tuttavia, crescono le preoccupazioni su come questi investimenti vengano attuati negli Stati membri, in particolare per il ruolo predominante di pochi grandi attori del mercato, l’esclusione delle piccole imprese e l’impatto limitato sui territori.
L’interrogazione presentata dall’eurodeputato Sakis Arnaoutoglou (S&D) ha sollevato, sul tema, tre quesiti cruciali: come la Commissione garantisca la trasparenza e l’efficienza dei progetti digitali finanziati dal RRF; quali strumenti siano previsti per assicurare pari accesso alle piccole e medie imprese (PMI); e infine, se sia in corso una valutazione sull’effettivo contributo di tali progetti allo sviluppo agricolo, della pesca e delle infrastrutture locali.
Nella risposta, il vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis ha ricordato che la responsabilità della progettazione e attuazione degli interventi RRF spetta ai singoli Stati membri. Ogni Paese, infatti, è tenuto a spiegare nella propria strategia di ripresa (RRP) come le misure proposte contribuiscano alla transizione digitale e a indicare chiaramente, secondo una metodologia standardizzata, le aree d’intervento. Tra queste, figurano specifici campi destinati alla digitalizzazione delle PMI e allo sviluppo delle competenze digitali, oltre al miglioramento delle amministrazioni pubbliche, anche a livello locale.
Quanto alla trasparenza, la Commissione monitora i progressi tramite aggiornamenti semestrali da parte degli Stati membri, valutando il raggiungimento degli obiettivi fissati. È inoltre obbligatoria la pubblicazione dei 100 beneficiari principali per ogni Stato, visibili attraverso il portale del Recovery and Resilience Scoreboard. Molti progetti sono inoltre consultabili direttamente sulla mappa interattiva del sito ufficiale RRF della Commissione.
Tuttavia, Bruxelles chiarisce che il regolamento RRF non impone obblighi vincolanti per destinare i fondi a settori specifici come agricoltura, pesca o infrastrutture regionali. Spetta dunque ai governi nazionali decidere come orientare le risorse in base alle priorità e sfide locali.
Per quanto riguarda la partecipazione delle PMI, la Commissione incoraggia il coinvolgimento degli stakeholder in tutte le fasi, ma la gestione concreta dei bandi e delle gare resta sotto la giurisdizione degli Stati membri, che devono rispettare le normative UE su appalti pubblici e aiuti di Stato.
foto rappresentanza Commissione in Italia